La teologia della Grazia Gratuita pone l’enfasi, tra le altre cose, sulla dottrina delle ricompense eterne. Sebbene ogni credente vivrà per sempre con Cristo, alcuni riceveranno maggiori onori e privilegi nel regno, in base a ciò che hanno fatto dopo aver creduto in Gesù per avere la vita eterna. La maggior parte dei cristiani non pensa che ci saranno differenze tra i credenti nel regno, oppure non ha mai sentito parlare di questa idea. Tuttavia, gli insegnanti della Grazia Gratuita comprendono, giustamente, che la dottrina delle ricompense è presente in tutto il NT.
Ma che dire dell’AT? Anche alcuni membri della Grazia Gratuita potrebbero chiedersi se i credenti dell’AT fossero a conoscenza delle ricompense nel regno. La GES (Grace Evangelical Society) sta lavorando ad un commentario sull’intero AT. Una cosa che lo distinguerà dagli altri commentari dell’AT sarà la sua enfasi sui temi della Grazia Gratuita. Ho parlato con alcuni degli autori. Tutti hanno confermato che la dottrina delle ricompense viene insegnata in tutto l’AT.
Uno di questi autori è Brad Doskocil. Brad è stato incaricato di scrivere il commento al libro dell’Ecclesiaste. Pochi penserebbero che questo libro insegni la dottrina delle ricompense. Ma Brad sottolinea giustamente che il tema principale del libro è proprio questo.
Esso si trova nella conclusione. Negli ultimi due versetti, Salomone scrive:
«Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l’uomo». Dio infatti farà venire in giudizio ogni opera, tutto ciò che è occulto, sia bene, sia male (Ec 12:15-16).
In tutto il libro, Salomone scrive di quanto siano temporanee le cose di questa terra. Sono come il vapore. Abbiamo un’idea di ciò che intende quando vediamo il nostro respiro in una mattina molto fredda. Lo vediamo per un istante e poi scompare. Le cose che il mondo ricerca sono così.
Una visione del genere potrebbe portare alla disperazione. Qual è lo scopo di ogni cosa? Anche se sono un credente e so che vivrò per sempre nel regno di Dio, che differenza fa quello che faccio adesso?
Salomone offre la risposta. Anche se questo mondo sta trapassando, dobbiamo temere Dio. Dobbiamo preoccuparci di quello che pensa di noi. Dobbiamo obbedirgli. Perché?
Egli ci giudicherà. Giudicherà le nostre opere. Giudicherà anche le cose fatte nelle tenebre. Giudicherà le nostre intenzioni. Giudicherà le nostre azioni, sia quelle buone che quelle cattive.
È impossibile leggere le parole di Salomone senza ricordarsi degli insegnamenti del NT sull’imminente giudizio dei credenti. Paolo afferma che compariremo davanti al Tribunale di Cristo (o Trono del Giudizio di Cristo). Il Signore dice che giudicherà tutte le nostre opere. Luca dichiara che Cristo giudicherà le cose fatte nel segreto. Giudicherà le nostre intenzioni. Giudicherà le nostre azioni, sia quelle buone che quelle cattive (Luca 8:17; 1 Co 4:5; 2 Co 5:10; Ap 22:12).
Può sorprendere molti lettori della Bibbia che Salomone lo abbia capito, eppure non dovrebbe. Ebrei 11 fornisce un lungo elenco di credenti dell’AT che vissero una vita santa. Perché vissero in quel modo? Questi credenti sapevano che sarebbero stati nel regno di Cristo; tuttavia, non solo volevano farne parte, ma anche essere grandi nel regno.
Salomone era un credente. Commise molti errori e fece molte cose maligne. Guardando alla sua vita, sapeva che le azioni che aveva compiuto sarebbero state giudicate. Questo mondo non aveva nulla di eterno da offrirgli. Quello che facciamo per il Signore non è come il vapore, ha un valore eterno perché avrà come conseguenza le ricompense eterne. Molti credenti dell’AT, tra cui Salomone, ne sapevano di più di molti cristiani di oggi.
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Ken Yates (ThM, PhD, Dallas Theological Seminary) è l’editore del Journal of the Grace Evangelical Society e speaker regionale ed internazionale della GES. Il suo ultimo libro si intitola Hebrews: Partners with Christ.


