Giunsero sua madre e i suoi fratelli; e, fermatisi fuori, lo mandarono a chiamare.
In Marco 3:31, c’è un’immagine grafica, ma triste. Gesù è in una casa con i Suoi discepoli. Erano più dei dodici apostoli. Ci sono così tanti discepoli dentro quella casa con il Signore che Egli non riesce nemmeno a mangiare (3:20). La famiglia di Gesù lo viene a sapere e si preoccupa per la Sua salute. Pensano che abbia perso il buon senso e non sappia più cosa fa. Sono in un’altra città quando ricevono la notizia, così – per il Suo stesso bene – cercano di salvarLo dalla folla.
Marco riporta quello che è successo quando arrivarono. Racconta che i fratelli del Signore e Sua madre rimangono fuori dalla casa e chiedono a qualcuno di far sapere a Gesù che vogliono parlarGli. Alcuni dicono che sono rimasti fuori dalla casa perché la folla dentro era troppa. Altri suggeriscono che volevano che Gesù uscisse così da poterGli parlare in privato, senza la folla. Non volevano imbarazzarLo quando Gli avrebbero detto che pensavano fosse matto.
Qualunque sia stata la ragione, la cosa importante che Marco vuole farci vedere è che loro non erano all’interno della casa. I discepoli del Signore lo erano. Nel verso successivo, vediamo che i discepoli sono vicino al Signore, seduti ai suoi piedi. Stava insegnando loro. Con una dichiarazione scioccante, Gesù dice che quelli ai suoi piedi – quelli che stanno dentro – sono i Suoi veri parenti. Nel contesto, la volontà di Dio è ascoltare ed imparare dal Signore, desiderando di fare quello che dice.i
Marco enfatizza la parola fuori. Subito dopo, riporta che il Signore cominciò a parlare in parabole. Parlava a grandi folle (4:1). Ma era solo ai suoi discepoli che spiegava il significato delle parabole. Gesù disse che non le avrebbe spiegate a quelli che erano fuori (4:10-11).
Chiaramente, c’erano dei vantaggi nell’essere dentro con il Signore. Significava essere vicino a Lui ed imparare da Lui.
Sarebbe semplice concludere che quelli fuori sono non credenti. Sappiamo che a quel tempo i fratelli di Gesù non credevano (Giov. 7:5). Com’è appropriato che Marco dica che erano fuori dalla casa in cui Gesù stava insegnando. Inoltre, è una certezza che nella folla c’erano non credenti a cui Gesù non spiegava nulla. I non credenti non possono avere intimità con il Signore. Non fanno certo il volere del Padre. Anch’essi erano fuori.
Ma sarebbe un errore concludere che solo i non credenti stanno “fuori”. Maria era un credente, ma era fuori con i fratelli del Signore. Nella folla, c’erano anche altri che avevano creduto in Lui. Questi credenti non volevano pagare il prezzo di avere comunione, o intimità, con il Signore. Non avevano compreso il valore di spendere del tempo con il Signore e di imparare da Lui.
È impossibile considerare queste cose e non pensare alla chiesa di Laodicea, descritta in Apocalisse 3:13-19. Neanche questi cristiani erano vicini al Signore. In Apoc 3:20 Giovanni fa una dichiarazione incredibile. Capovolge le cose. È il Signore che sta fuori. I credenti Laodicesi Lo hanno rimosso dalle loro vite e desideri. Non sono in comunione con Lui. Non stanno imparando da Lui.
È un messaggio che fa riflettere. Come credenti, possiamo essere come quelli che stanno fuori e guardano dentro. In questo caso, siamo come il mondo. Certo, ancora abbiamo la vita eterna. MA tutti i credenti dovrebbero voler stare dentro, accanto a Lui. Essere dentro significare passare del tempo con il Signore e la Sua Parola. Questo è ciò che fa un discepolo. C’è differenza tra l’essere un credente ed essere un discepolo.
Se continuassi ad usare l’illustrazione che Marco e Giovanni usano, la comparerei con qualcuno che cerca me. Se una persona dovesse chiedere a qualcuno dove mi trovo, non sarebbe meraviglioso che dicessero, “Oh, è dentro casa con il Signore”?
ii Nota da Bob Wilkin: In alternativa, fare la volontà di Dio in questo contesto si riferisce al credere in Suo figlio (cf Matt 7:21 e Giovanni 6:39-40, entrambi dei quali usano l’espressione simile “la volontà del Padre”). Per essere il fratello o la sorella di Gesù o la madre (cioè parte della Sua famiglia) necessita che crediamo in Lui (cf Giov 1:12-13).
Di Kenneth Yates
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Ken Yates (ThM, PhD, Seminario Teologico di Dallas) è Editore del giornale della Grace Evangelical Society, Relatore Internazionale GES e della Costa Est. Il suo ultimo libro si intitola: Hebrews: Partners with Christ.