Nell’edizione di Settembre 2022 di Christianity Today (CT) viene riportata un’intervista con l’autore Justin Ariel Bailey, che ha scritto un libro avvincente che tratta di come approcciare teologia e cultura.
Il titolo dell’intervista, che è anche il titolo di questo articolo, è stato estrapolato dalla risposta data da Bailey a questa domanda: “Come può una comprensione più profonda della cultura contribuire al nostro evangelismo e discepolato?”
Cosa intendeva Bailey? Crede forse che il messaggio del vangelo sia diverso a seconda delle diverse culture?
Una risposta al quesito, “Qual è la buona novella per queste persone?” non viene mai data durante l’intervista. Bailey continua nella sessione successiva: “C’è stata anche una maggiore sensibilità legata al fatto che la cultura non è riducibile alle idee e che il discepolato culturale deve andare oltre il semplice dare informazioni corrette alle persone” (p.74).
Bailey pensa allo stesso modo per quanto riguarda l’evangelismo?i L’evangelismo culturale ha bisogno “di andare oltre il semplice dare informazioni alle persone”? Questo è ciò che sembra suggerire.
Ho trovato un podcast (si può ascoltare qui) in cui diceva che siamo sicuri perché “Dio ha promesso di esserci fedeli” e “per quello che Gesù ha fatto per noi”. Questo suona corretto. Ma più tardi nella stessa intervista ha dichiarato che non siamo certi solo “perché abbiamo tutte le risposte giuste”.
Ho anche scoperto un articolo CT che lui ha scritto dal titolo “Nel dubbio non essere orgoglioso” (vedi qui) in cui dichiara: “sono stato cresciuto in un contesto religioso che rimarcava certezza, momenti di decisione, e la chiarezza della Scrittura oltre l’esperienza. Queste enfasi sono tanto corrette quanto incomplete. Non c’è nulla di sbagliato nel voler rimanere ritti su un fondamento fermo o cercare di esplorare il mondo partendo da una base stabile”. Continua col dire, “Ma la vita è piena di lame affilate che pungono le nostre illusioni di controllo. Almeno questo è quello che ho trovato quando sono andato via per andare al college in una grande città, ho cominciato a combattere con il dubbio, e ho cominciato a lavorare in ministero”.
Non mi è ben chiaro cosa crede Bailey su ciò che bisogna fare per avere la vita eterna. Questo mi infastidisce. Anche la sua domanda, “qual è la buona novella per queste persone?” mi infastidisce. Non è una domanda che dovremmo chiederci.
Giovanni 3:16 è una buona novella a tutte le genti di tutte le culture. Non abbiamo un messaggio che cambia a seconda della cultura. Abbiamo la certezza con cui Bailey è cresciuto e non il dubbio che ha imparato ad abbracciare quando era in collegio e seminario.
La buona novella è che quelli che credono in Gesù hanno la vita eterna e non periranno. Nonostante ci sia bisogno di stare attenti alla cultura mentre condividiamo il messaggio, di certo non modifichiamo il messaggio a seconda della cultura. La buona novella è immutabile.
Di Bob Wilkin
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Bob Wilkin è il Direttore Esecutivo della Grace Evangelical Society e co-presentatore del programma Radio Grace in Focus. Vive in Highland Village, Texas, con sua moglie Sharon. Il suo ultimo libro è Turn and Live: The Power of Repentance.
ii Quanto ha revisionato questo articolo, Ken Yates ha chiesto: “Sei sicuro che veda l’evangelizzazione e il discepolato come cose distinte?” Questa è una buona riflessione. Come fanno molti, potrebbe lui stesso fondere evangelizzazione e discepolato.