Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove (verso originale dalla NKJV).
Se dunque uno è in Cristo, è arrivata una nuova creazione: il vecchio è passato, il nuovo è qui! (verso originale dalla NIV).
Se dunque uno [è] in Cristo, [c’è] una nuova creazione; le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove (verso originale della DARBY).
Paolo voleva forse dire che quando si nasce di nuovo, tutti i desideri peccaminosi cessano? Stava forse dicendo che al momento della fede si è spiritualmente maturi?
Affatto. Si veda la testimonianza di Paolo stesso in Ro 7:13-25 della sua esperienza cristiana giovanile di lotta contro i desideri della carne.
Leggete anche le sue due lettere ai Corinzi. Il loro comportamento era cambiato in modo repentino e radicale? O avevano bisogno di maturare? Si vedano anche le lettere di Paolo ai Galati e ai Tessalonicesi. Crescere spiritualmente richiede tempo e non è garantito.
In greco, la prima parte di 2Co 5:17 recita così: Hōste ei tis en Christō kainē ktisis. È importante notare che nel testo originale non ci sono parole per egli è o c’è, il che può decisamente influire sulla nostra interpretazione.
Le traduzioni NIV e DARBY suggeriscono di inserire la parola c’è prima di “una nuova creazione”. Lo stesso fa la New Geneva Study Bible.
Paolo sta dicendo che la nostra visione del mondo cambia quando sperimentiamo la nuova nascita. Improvvisamente, ci rendiamo conto di far parte di un nuovo mondo. Alcuni hanno la vita eterna e fanno parte della famiglia di Dio per sempre: saremo tutti insieme per l’eternità. Altri non hanno la vita eterna e se non giungono alla fede prima di morire, trascorreranno l’eternità separati da noi, dal regno di Dio e dalla Sua famiglia.
Non è che il nostro comportamento o i nostri desideri cambino quando nasciamo di nuovo. È che ci rendiamo conto che Dio sta introducendo qualcosa di totalmente nuovo. Sebbene il regno non sia ancora presente, i suoi cittadini sono qui e il Signore Gesù tornerà presto per stabilirlo.
I versetti che precedono e seguono 2 Corinzi 5:17 supportano questa interpretazione. Nel verso 16, Paolo dice che non conosciamo più nessuno secondo la carne. Le persone non vengono viste prevalentemente come Giudei o Gentili, ricche o povere, uomini o donne: o appartengono alla famiglia di Dio oppure no. Nel versetto 20, l’Apostolo afferma che supplichiamo i non credenti di essere riconciliati con Dio.
Avete avuto questa esperienza quando siete arrivati alla fede? Vi siete preoccupati per la salvezza dei vostri amici e dei vostri cari? Avete iniziato a pregare affinché giungessero alla fede? Avete atteso con ansia il ritorno imminente di Cristo? Se sì, avete sperimentato in parte questa prospettiva della nuova creazione.
Furnish fa questo ottimo commento:
In greco troviamo solo kainē ktisis (una nuova creazione), quindi è necessario fornire un soggetto e un verbo; “egli è” (come nella maggior parte delle versioni inglesi – e italiane, n.d.t.) oppure “c’è” (come nella Mof., NEB, JB). Quest’ultimo è preferibile perché il contesto, così come la storia dell’espressione kainē ktisis nel giudaismo apocalittico, suggerisce che ci sia da prendere in considerazione qualcosa di più globale del singolo credente che diventa una nuova creatura; si veda il COMMENTO. Nelle lettere di Paolo, la parola ktisis si riferisce quasi sempre alla creazione nella sua interezza (Ro 1:20, 25 (nella traduzione inglese, n.d.t.); 8:19, 20, 21, 22; l’unica eccezione è Ro 8:39) ed è sbagliato seguire la Vulgata nel tradurla, qui, come “creatura” (come, ad esempio, KJV, ASV, Wey.). L’Apostolo usa la stessa espressione, una nuova creazione, in Ga 6:15 (nella traduzione inglese, n.d.t.) e pare sia stato lui ad introdurla nel vocabolario della Chiesa cristiana (II Corinthians, pp. 314-15).
Garland concorda e dichiara: “Nel contesto, [Paolo] sta parlando del fatto che il modo di vedere le cose cambia; e questo cambiamento, che avviene al momento della conversione, è un’esperienza soggettiva” (2 Corinthians, p. 286). Credo che per esperienza soggettiva intenda che i singoli credenti concepiscono questa nuova creazione in modo diverso. E la nostra comprensione di questa nuova creazione che ha invaso il nostro mondo può e deve maturare nel tempo.
Lenski commenta: “Il termine creazione ci porta a pensare a quello che Dio ha fatto quando ha creato il mondo” (1-2 Corinthians, p. 1039). La nuova creazione non è ancora completa; è solo all’inizio. Eventi come il Rapimento, la Tribolazione, il Giudizio del Trono di Cristo, il Millennio, il Giudizio del Grande Trono Bianco e la creazione dei nuovi cieli e della nuova terra devono ancora avere luogo. Tutto questo fa parte della nuova creazione. Ciò che Dio ha iniziato nel Giardino dell’Eden sta per essere restaurato nella nuova creazione.
Se uno è in Cristo, c’è una nuova creazione e questa è una buona notizia. C’è un mondo nuovo in arrivo.
Tenete a mente la grazia.
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Bob Wilkin (ThM, PhD, Dallas Theological Seminary) è il Fondatore e Direttore Esecutivo della Grace Evangelical Society e co-presentatore del programma Radio Grace in Focus. Vive a Highland Village, Texas, con sua moglie Sharon. I suoi ultimi libri sono Faith Alone in One Hundred Verses e Turn and Live: The Power of Repentance.