Al seminario mi è stata insegnata l’evangelizzazione da un teologo molto famoso e da un evangelista professionista. Nessuno dei due fu molto chiaro su ciò che una persona doveva fare per essere salvata per sempre.
L’altro giorno, Sam Marr, che lavora con GES dallo scorso Ottobre, mi ha mostrato un articolo di una rivista sull’evangelizzazione. L’articolo era stato scritto da un professore di seminario che tiene un corso periodico sull’evangelizzazione e l’apologetica. In altre parole, è un professionista in materia.
Questo blog si concentrerà sulle affermazioni errate o confuse circa l’evangelizzazione.
L’articolo della rivista si intitola semplicemente “Evangelism”. L’autore menziona ventiquattro versetti, senza citarne nessuno, e fornisce una spiegazione di cinque o sei righe su come utilizzare quel testo a scopo evangelistico. Ho scelto di prendere in considerazione quattro delle sue interpretazioni.
Giovanni 3:16. Egli scrive: “La presentazione del Vangelo deve includere quattro elementi indispensabili: la realtà di Dio, il peccato che ci separa da Dio, l’opera espiatoria di Cristo e la necessità della fede. Questo versetto famosissimo presenta tutti e quattro gli elementi. Con chi condividerete oggi il messaggio di questo versetto?”i
Due dei quattro elementi discussi dall’autore non sono effettivamente presenti in Giovanni 3:16. In quel versetto il Signore non dice nulla sul peccato né sulla sua opera espiatoria.
Ho trovato triste che l’autore abbia tralasciato due degli elementi chiave presenti in Giovanni 3:16. Si tratta della fede, di Gesù e della vita eterna. Egli menziona la fede, ma non la fede in Gesù e non per avere la vita eterna.
Atti 2:38-39. Sono rimasto sorpreso nel vedere questo versetto nell’elenco. Si tratta di un testo molto caro alla Chiesa di Cristo, che sostiene cinque condizioni per la salvezza (credere, obbedire, confessare, pentirsi ed essere battezzati) e che si possa perdere la salvezza se quattro di queste condizioni non vengono soddisfatte continuamente fino alla morte. Esiste una spiegazione dispensazionalista. Si veda questo articolo di Lanny Thomas Tanton, ex evangelista della Chiesa di Cristo.
Tuttavia, l’evangelista che ha scritto questo articolo dice: «La risposta di Pietro (alla domanda “Che dobbiamo fare?”) è un bellissimo invito al pentimento e alla fede. Pregate affinché Dio vi dia l’opportunità di condividere il Vangelo con qualcuno oggi».ii
Ma l’unica condizione per la vita eterna, come menzionato in Giovanni 3:16, è credere in Gesù Cristo. Perché l’autore dice che dobbiamo credere e ravvederci per essere salvati?
E perché tralascia il battesimo? Atti 2:38 sostiene che il battesimo era, per quegli ebrei colpevoli di aver approvato la crocifissione di Gesù, una condizione per ricevere la remissione dei peccati.
Naturalmente, essi non chiesero: “Cosa dobbiamo fare per essere salvati?” Confrontate Atti 16:30. Essi avevano già creduto in Cristo, come mostra il versetto Atti 2:37. Chiedevano cosa dovevano fare per sfuggire alla colpa di aver partecipato alla crocifissione del Messia. Si veda l’articolo di Tanton per maggiori dettagli.
1 Giovanni 5:13. L’autore della rivista scrive: «Perché condividiamo il Vangelo con le persone? Affinché gli altri possano condividere la stessa speranza che abbiamo noi nella vita eterna!»iii
1 Giovanni 5:13 è un versetto molto amato, ma l’apostolo non menziona la parola speranza. Molti hanno sottolineato che Giovanni non sta parlando di una salvezza basata sulla speranza, ma di una salvezza basata sulla certezza.
Giovanni scrive: «Ho scritto queste cose a voi che credete nel nome del Figlio di Dio, affinché sappiate che avete la vita eterna e affinché continuiate a credere nel nome del Figlio di Dio».iv Da 1 Giovanni 2:13-28 risulta chiaro che i lettori sapevano già di avere la vita eterna. Ma c’erano falsi dottori che «cercano di sedurvi» (1 Giovanni 2:26) (i lettori) riguardo alla «promessa che egli ci ha fatta: la vita eterna» (1 Giovanni 2:25). L’apostolo ha scritto 1 Giovanni 5:9-12 affinché i lettori potessero continuare a sapere di avere la vita eterna e affinché «continuiate a credere nel nome del Figlio di Dio».
1 Giovanni 5:13 è un grande versetto evangelistico, ma non condividete una salvezza basata sulla speranza, condividete una salvezza basata sulla certezza.
Giona 3:3-6. Sono rimasto sorpreso nel trovare questo passo nell’elenco. Giona non evangelizzò il popolo di Ninive. Predicò un messaggio di giudizio: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta!» (Giona 3:4).
Dov’è l’evangelizzazione in quel messaggio?
L’autore dell’articolo ha scritto questo a proposito di Giona 3:3-6: «Sebbene fosse un evangelista imperfetto e riluttante, Giona svolse il suo ministero a Ninive e fu testimone della conversione dell’intera città».v
La condizione per avere la vita eterna, come dichiarato in Giovanni 3:16 e in oltre un centinaio di altri testi dell’Antico Testamento e del Nuovo Testamento, è credere in Gesù Cristo. Non c’è alcuna indicazione in Giona 3:3-6, né in nessun’altra parte del libro, che Giona abbia predicato quel messaggio.
Sebbene non sia chiaro, credo di sapere perché l’autore abbia scelto questo testo. Il Signore Gesù cita il libro di Giona in Matteo 12:41: «I Niniviti compariranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno, perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco, qui c’è più che Giona!».
Se qualcuno pensa che il ravvedimento sia la condizione per ottenere la vita eterna – come sostiene l’autore dell’articolo sull’evangelizzazione – allora il Signore starebbe effettivamente dicendo che Giona portò milioni di persone a Ninive alla nuova nascita. Tuttavia, la condizione per ottenere la vita eterna è la fede in Cristo, non il pentimento. Il Signore sta semplicemente dicendo che Israele avrebbe dovuto ravvedersi alla sua predicazione. Naturalmente, se lo avesse fatto, gli avrebbe sicuramente creduto quando predicò il messaggio della salvezza.
Giona continuò ad evangelizzare i Niniviti dopo che Dio lo rimproverò nel capitolo 4? È possibile. Mi piace pensarlo. Ma se così fosse, condivise la promessa della vita eterna mediante la fede nel futuro Messia.
Sono fortemente d’accordo sul fatto che si dovrebbe usare Giovanni 3:16 nell’evangelizzazione, ma usatelo correttamente.
Sono fortemente in disaccordo con l’uso di Atti 2:38 , ma dovreste conoscerne il significato,, così che se vi venisse fatta una domanda al riguardo, potete spiegare perché si tratta di un versetto sul discepolato.
Usare 1 Giovanni 5:13 nell’evangelizzazione è un’ottima idea, basta spiegarlo in modo chiaro.
Usare Giona 3:3-6 nell’evangelizzazione è una cattiva idea. Giona predicava un giudizio imminente, non la promessa della vita eterna a tutti coloro che credono nel futuro Messia (ad esempio, Genesi 3:15; 15:6).
Concentratevi sulla grazia e evangelizzerete in modo chiaro.
i Timothy S. Yoder, “Evangelism,” DTS Magazine, Spring 2025, p. 48.
ii Ibid.
iii Ibid, p. 50.
iv Il testo maggioritario include questa versione più lunga (le parole dopo “vita eterna”).
v Yoder, “Evangelism,” p. 50.
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Bob Wilkin (ThM, PhD, Dallas Theological Seminary) è il Fondatore e Direttore Esecutivo della Grace Evangelical Society e co-presentatore del programma Radio Grace in Focus. Vive a Highland Village, Texas, con sua moglie Sharon. I suoi ultimi libri sono Faith Alone in One Hundred Verses e Turn and Live: The Power of Repentance.


