Innanzitutto, la parola giorno è fondamentale per comprendere l’inizio della storia. Genesi 1 parla dei sei giorni della creazione e del settimo giorno di riposo. L’idea del riposo sabbatico dell’AT è basato sulla settimana della creazione.
I teologi discutono se si sia trattato di giorni di 24 ore o di sette epoche di durata ignota.
Molti credono che la scienza abbia dimostrato che la Terra abbia miliardi di anni e che l’uomo ne abbia più di centomila. Io non ci credo perché la lettura più ovvia di Genesi 1 è che i giorni della creazione furono sei, della durata di 24 ore. L’espressione “sera e mattina” dimostra che Mosè parlava letteralmente di giorni.
Che siate d’accordo con me o meno, è fondamentale che comprendiate che Dio creò i cieli, la terra, le piante, gli animali e i nostri primi genitori. La parola giorno è di vitale importanza per questa interpretazione.i
In secondo luogo, la parola giorno è fondamentale per comprendere gli ultimi giorni della storia umana in questa epoca.
Il giorno di Cristo, il giorno di Gesù Cristo, il giorno del Signore Gesù e il giorno del nostro Signore Gesù Cristo sono tutti riferimenti al futuro Trono del Giudizio di Cristo (o Tribunale di Cristo, N.d.T.).
Il giorno di Cristo ricorre tre volte nel NT: Fl 1:10; 2:16; 2Te 2:2 (MT). I primi due versi si riferiscono chiaramente al Trono del Giudizio di Cristo (il Bema). Il terzo, probabilmente, include anche il Rapimento.
Il giorno di Gesù Cristo ricorre solo una volta, in Fl 1:6. Anch’esso si riferisce al Bema.
Si noti che il giorno di Cristo e il giorno di Gesù Cristo ricorrono tre volte nella lettera ai Filippesi. La maggior parte dei commentatori ne fraintende il contenuto perché non capisce cosa sia il giorno.
Il giorno del Signore Gesù ricorre due volte, in 1Co 5:5 e in 2Co 1:14. 1 Corinzi 5:5 si riferisce all’essere spiritualmente in forma al Bema. Se un credente risponde positivamente alla disciplina di Dio, allora tornerà in comunione con lui e sarà spiritualmente in “salute”. Fintanto che sarà in comunione quando avverrà il Rapimento, o quando morirà, sarà spiritualmente integro al Bema. Anche 2 Corinzi 1:14 si adatta al contesto del Bema.
Anche il giorno del nostro Signore Gesù Cristo prende in considerazione il Bema. Si veda 1Co 1:8.
Il giorno (hemera), da solo, a volte si riferisce al Bema. Cfr. 1Co 3:13; 4:3 (tribunale); 2Ti 1:12; 4:8 (cfr. anche Gv 8:56; Eb 10:25).
In terzo luogo, il giorno del Signore ci fornisce informazioni sui giudizi e sulle benedizioni del passato e del futuro.
Questa espressione ricorre diciassette volte nei profeti dell’AT (Tre volte in Isaia, una volta in Geremia, due volte in Ezechiele, quattro volte in Gioele, tre volte in Amos, una volta in Abdia, due volte in Sofonia, una volta in Zaccaria), ma solo tre volte nel NT (At 2:20; 1Te 5:2; 2P 3:10).
Alcuni dei rimandi al giorno del Signore dell’AT si sono adempiuti prima dei 400 anni di silenzio: Isaia 13:6-22; Ezechiele 30:2-19; Gioele 1:15; 3:14; Amos 5:18-20; Sofonia 1:14-18. Fu annunciato il giudizio per le nazioni dei Gentili, tra cui Babilonia, Edom, Egitto e Filistia. Anche Israele subì il giudizio quando si allontanò dal Signore.
Altri usi de il giorno del Signore fanno riferimento alla seconda venuta del Messia, quando egli giudicherà le nazioni dei Gentili e salverà Israele dalla distruzione.
Tutti i riferimenti al Giorno del Signore riguardano principalmente Israele. Era, e sarà, un tempo di giudizio per i nemici di Dio, seguito da benedizioni per Israele.
Il futuro giorno del Signore si riferisce talvolta al Rapimento, talvolta al Secondo Avvento e talvolta alla distruzione dei cieli e della terra dopo il Millennio. Il contesto indica qual è il tempo cui ci si sta riferendo. In definitiva, il futuro giorno del Signore va dal Rapimento alla distruzione dei cieli e della terra e alla creazione di nuovi cieli e nuova terra.
In quarto luogo, la parola giorno ci dice che Dio vive il tempo in modo diverso da noi. Pietro ci dice: “…per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno” (2P 3:8). Hodges commenta: “Il punto di Pietro è che ciò che sembra ‘lungo’ o ‘breve’ agli uomini non è ‘lungo’ o ‘breve’ per il Signore. Pertanto, ogni apparente ‘ritardo’ nel Secondo Avvento è tale solo dal punto di vista umano” (1 & 2 Peter and Jude, p. 150).
Molti fanno notare che 2P 3:8 si basa sul Sl 90:4: “Perché mille anni sono ai tuoi occhi come il giorno di ieri che è passato, come un turno di guardia di notte”. Ho trovato un suggerimento intrigante di Neyrey, che fa riferimento a Ge 2:17, “nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai”, dicendo che quel giorno era di 930 anni (Ge 5:5). Cita un midrash ebraico che menziona Ge 2:17 e dichiara: “E non gli avevi dato un tuo giorno, che è un migliaio di anni? ”ii
Il Millennio durerà 1.000 anni. Questo fa di esso il primo giorno divino del regno eterno!
Concentratevi sulla grazia.
i Tra l’altro, come poteva esserci la luce prima della creazione del sole il quarto giorno? Si veda Ap 21:23 per la risposta. Se noi possiamo produrre la luce con l’elettricità e le lampadine, Dio può certamente crearla. Non ha bisogno del sole o della luna per illuminare la terra. Può semplicemente generare la luce.
ii Jerome Neyrey, 2 Peter, Jude, p. 238.
_________
Bob Wilkin (ThM, PhD, Dallas Theological Seminary) è il Fondatore e Direttore Esecutivo della Grace Evangelical Society e co-presentatore del programma Radio Grace in Focus. Vive a Highland Village, Texas, con sua moglie Sharon. I suoi ultimi libri sono Faith Alone in One Hundred Verses e Turn and Live: The Power of Repentance.