Sono alla guida della GES (Grace Evangelical Society) da quasi quarant’anni. Ogni anno, in occasione della riunione estiva del consiglio di amministrazione, quest’ultimo esprime un giudizio. Per arrivare preparato a quella valutazione, devo svolgere fedelmente il mio lavoro ogni giorno.
Se perdo di vista il mio esame, il mio impegno diminuirà. È la natura umana. Ma se mi concentro su di esso, i miei sforzi saranno doppi.
Il Bema è così. Il Signore ci ha parlato molto della prova che affronteremo al termine di questa vita. Dobbiamo prepararci ed essere fedeli ogni giorno, così da trovarci nella posizione ideale per sentirgli dire: “Bene, servo buono e fedele”.
Presumo che stiate leggendo queste righe perché siete già fortemente motivati a vivere per Cristo e che una delle vostre ragioni sia il giudizio del Bema. Aspirate a sentirvi dire: “Bene, servo buono e fedele” e desiderate regnare con Cristo nella vita che verrà.
Vorrei parlare di una prassi spesso trascurata quando si tratta della nostra fede nel giudizio del Bema. Non solo dobbiamo vigilare sul Suo imminente ritorno e sul Tribunale di Cristo, ma dobbiamo anche insegnare agli altri questa verità fondamentale.
Se non parlate ai vostri familiari ed amici della futura prova dinanzi al Bema, li lascerete impreparati di fronte a quello che accadrà.
Il Signore Gesù ci ha prescritto di insegnare agli altri le cose che Lui ha comandato (Matteo 28:18-20). Ci ha ordinato di farci tesori in cielo perché così lì sarà il nostro cuore (Matteo 6:19-21). Ha raccontato molte parabole sull’importanza di vegliare sul Suo imminente ritorno e sul Bema che ne seguirà (ad esempio, Matteo 24:25-51; 25:14-30; Luca 19:11-27).
L’apostolo Paolo predicò a tutti i credenti riguardo al giudizio del Bema (1Co 3:5-15; 4:1-5; 9:24-27; 2Co 5:9-10; Ga 6:7-9; Fl 3:14; 4:17; 2Ti 1:12; 4:6-8).
Il Signore e i Suoi Apostoli ci hanno avvertito sulle conseguenze negative per i credenti che saranno trovati infedeli (Matteo 24:48-51; 25:24-28; Luca 19:20-26; 1Co 15:2; Ga 6:8; Cl 1:21-23; Gm 2:13; 3:1; 5:7; 1 Giovanni 2:28; Apocalisse 2-3).
Dovremmo parlare del giudizio del Bema anche a parenti ed amici non credenti, anche se nessun versetto ce lo ordina.
Il Signore ne accennò parlando con il giovane ricco non credente. Gli promise un tesoro nei cieli se avesse venduto tutto e lo avesse donato ai poveri (Luca 18:22). Il giovane non stava chiedendo un tesoro nei cieli, ma di ereditare la vita eterna e intendeva dire: “Che cosa devo fare per avere la vita eterna?” (Matteo 19:16). Gesù voleva che questo giovane miscredente sapesse che, se avesse creduto in Lui, sarebbe stato al sicuro in eterno e che, se lo avesse seguito, avrebbe ricevuto delle ricompense eterne.
Ci è stato comandato di insegnare ai nostri figli ed è ragionevole presumere che insegneremo loro il giudizio del Bema anche se non sono ancora giunti alla fede in Cristo per avere la vita eterna.
Il pastore Bob Bryant ha tenuto una conferenza durante la quale ha raccontato che, quando evangelizza, parla del Bema, perché trova che questo aiuti le persone a capire come Dio possa dare la vita eterna senza condizioni, mentre allo stesso tempo, sia in questa vita che in quella dopo, possa ritenere – e difatti ritiene – i credenti responsabili delle loro azioni.
Questo non significa che i non credenti debbano comprendere che cosa sia il giudizio del Bema per poter credere al semplice messaggio di Giovanni 3:16. Tuttavia, una sua conoscenza potrebbe spingerli in quella direzione.
Una volta, ho sentito Zane Hodges sostenere che quasi in ogni pagina del NT troviamo la dottrina del Bema e delle ricompense eterne. Se ha ragione, e credo di sì, allora dobbiamo spiegare quei passaggi ai nostri familiari ed amici, in modo che siano ben preparati per il prossimo giudizio.
Non so dirvi con esattezza quando il Signore Gesù tornerà per rapirci a sé, ma posso dirvi che tornerà presto e che quando lo farà, ci giudicherà dinanzi al Tribunale.
A chi molto è stato dato, molto sarà richiesto. Il Signore si aspetta che parliate alla vostra famiglia e ai vostri amici del giudizio del Bema. Non lasciateli impreparati per quella che sarà la prova più importante della loro vita.
Quell’esame sarà diverso da un esame universitario. Sarà come essere valutati per il proprio rendimento annuale sul lavoro. L’unico modo per prepararsi in anticipo è essere fedeli nel servizio al Signore quotidianamente.
Sebbene la vita eterna sia un dono che riceviamo attraverso la fede in Cristo, a prescindere dalle opere (Giovanni 3:16; 6:28-29; Ef 2:8-9), siamo responsabili di come viviamo. Il Signore ci comanda di arrivare preparati al Bema, di concentrarci su di esso ogni giorno. Dobbiamo condividere questo comandamento con la nostra famiglia ed i nostri amici. Così come siamo chiamati a condividere il messaggio della vita eterna, dobbiamo anche condividere il messaggio delle ricompense eterne e della necessità di dover rendere conto del nostro operato.
Concentratevi sulla grazia.
_________
Bob Wilkin (ThM, PhD, Dallas Theological Seminary) è il Fondatore e Direttore Esecutivo della Grace Evangelical Society e co-presentatore del programma Radio Grace in Focus. Vive a Highland Village, Texas, con sua moglie Sharon. I suoi ultimi libri sono Faith Alone in One Hundred Verses e Turn and Live: The Power of Repentance.