Paolo ci chiede:
Dite che la certezza sia l’essenza della fede salvifica. Se quest’ultima è basata sulla certezza, non c’è spazio per il dubbio. Come si fa a sapere di aver creduto veramente? La certezza sembra essere qualcosa di relativo, che va e viene come le emozioni. Dal punto di vista esperienziale, tutti abbiamo dei dubbi. Se mi dite che l’essenza della fede salvifica è non pensare ad una zebra, la prima cosa che farò sarà pensare ad una zebra. Se mi dite che l’essenza della fede salvifica è la sicurezza, la prima cosa che farò sarà dubitare della mia sicurezza. Il credente ha una ragione oggettiva per avere sicurezza e dovrebbe riposare in quella certezza ma sostenere che essa sia l’essenza della fede salvifica, ironicamente, semina dubbi e ansie. Mi piacciono molto i vostri podcast ma faccio veramente fatica con questa idea della certezza.
Certezza è sinonimo di credo. Credere che Gesù sia risorto dai morti significa avere la certezza che lo ha fatto. Ogni certezza equivale ad un credo. Essere certi della nostra salvezza significa credere che siamo stati salvati una volta per tutte.
La certezza e il dubbio non possono coesistere allo stesso tempo ma la certezza può essere seguita dal dubbio.
Non stiamo dicendo che una persona che ha dubbi non è mai nata di nuovo. Stiamo dicendo che quando qualcuno dubita, non sta credendo. Tuttavia, se mai ha creduto in Gesù per avere la vita eterna, allora rimane eternamente sicuro. Si nasce di nuovo nel momento in cui si crede, non dopo una vita di fede. La fede può fallire ma la salvezza no, perché è il Signore Gesù a garantirla.
Cosa significa credere davvero? Credete veramente che 2 + 2 = 4? Credete veramente che Joe Biden sia il Presidente? Credete davvero che la gravità esista? Nessuno pone queste domande. E nessuno chiede se credete veramente che Gesù sia nato a Betlemme, sia cresciuto a Nazareth, sia morto sulla croce per i nostri peccati, sia risorto dai morti o stia per tornare di nuovo .
I predicatori hanno creato dubbi sulla salvezza inventando due tipi di fede: una fede salvifica genuina e una fede non genuina, non salvifica. Nella Bibbia non si parla di due tipi di fede. La fede è fede.
Se dicessi che la certezza che Gesù è nato da una vergine è l’essenza della fede nella Sua nascita verginale, nessuno avrebbe da obiettare. Ovviamente, se dubito che sia nato da una vergine, allora significa che non credo nella sua nascita verginale. Magari c’è stato un tempo in cui ci ho creduto. Questo vale in qualsiasi contesto. Se non ho più la certezza che qualcosa sia vero, allora non ci credo più.
Infine, perché Paolo o chiunque altro dovrebbe dubitare della propria salvezza quando ci sente dire che bisogna essere certi che il proprio destino eterno è sicuro grazie alla fede in Cristo?
Il ragionamento di Paolo sembra procedere in questo modo:
Premessa principale: bisogna continuare a credere in Gesù per conservare la vita eterna.
Premessa secondaria: spesso dubito che Gesù mi abbia salvato una volta e per sempre, ma i dubbi non equivalgono all’incredulità.
Conclusione: sono ancora salvo anche se dubito di esserlo.
Tale conclusione non ha alcun senso. Se e quando Paolo dubita della sua salvezza, significa che non ne è sicuro.
Tutti e tre i punti del suo ragionamento sono errati. Non abbiamo bisogno di continuare a credere in Gesù allo scopo di conservare la vita eterna. Quando crediamo, siamo salvi per sempre. Sembra che Paolo sia stato confuso dalla Signoria della Salvezza, che sostiene che bisogna perseverare nella fede e nelle buone opere per ottenere la salvezza finale. Questo lo porta a razionalizzare che il dubbio non equivalga all’incredulità. È importante per lui perché è convinto che non si è salvati in un momento, ma solo dopo una vita di fede.
Invito Paolo, e tutti coloro che hanno dei dubbi, a leggere il Vangelo di Giovanni con devozione. È davvero tanto semplice quanto credere in Gesù per avere la vita eterna che non può essere persa (Giovanni 3:16; 4:10-14)? Se così è, nel momento in cui credo, so di essere al sicuro per sempre. In seguito, potrei avere dei dubbi. Ma cosa potrebbe portarmi a dubitare di Dio?
Il modo migliore per dubitare della propria salvezza è ascoltare i predicatori e gli insegnanti della Signoria della Salvezza e della salvezza per opere. Secondo costoro, avere dubbi sulla propria salvezza è una cosa positiva. Vi tiene motivati a servire in modo da poter ottenere un giorno la salvezza finale.
Il mese prossimo ricorre il cinquantesimo anniversario della mia nascita spirituale. In tutto questo tempo, non ho mai dubitato della mia salvezza. Perché? Perché la mia salvezza si poggia sulla Sua fedeltà alla Sua promessa, non sul mio essere fedele a qualcosa. Egli garantisce la mia salvezza. Per dubitare di questo, dovrei dubitare della Sua credibilità. Per me non ha alcun senso.
Mi rendo conto che viviamo in una cultura postmoderna. Molti giovani sono stati indotti con l’inganno ad ammettere: “Non sappiamo nulla per certo“. Diranno di non essere sicuri di esistere, né che il mondo esista né che qualsiasi altra cosa esista. Questa filosofia è moralmente ed intellettualmente fallimentare. Penso, quindi sono. So di esistere perché ho dei sensi e posso ammirare la creazione di Dio, il che mi convince che Egli esiste (Sl 19:1).
Pregate. Cercate la verità. Dio vi convincerà della promessa della vita eterna per il credente, se avrete una mente aperta.
di Bob Wilkin
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Bob Wilkin (ThM, PhD, Dallas Theological Seminary) è il Fondatore e Direttore Esecutivo della Grace Evangelical Society e co-presentatore del programma Radio Grace in Focus. Vive a Highland Village, Texas, con sua moglie Sharon. I suoi ultimi libri sono Faith Alone in One Hundred Verses e Turn and Live: The Power of Repentance.