In Galati, Paolo parla ai credenti e ricorda loro che “Non ci si può beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà” (Ga 6:7). Dice loro che se vivono secondo la carne, mieteranno le cose che provengono dalla carne.
Ma questo principio è valido per tutte le persone, non solo per i credenti. Uno splendido esempio si trova in 2 Re 19. Il re di Assiria attacca Giuda con il suo potente esercito. Arriva a Gerusalemme e dice ai Giudei che se non si arrendono non avranno speranza.
Così facendo, si fa beffe di Dio. Dice al popolo che il loro Dio non può salvarli, che non è diverso dagli dèi delle altre nazioni. L’Assiria ha sconfitto tutte quelle nazioni e i loro dèi non hanno potuto aiutarli. Sarà così anche per il popolo di Gerusalemme (18:33; 19:12-13). Il re di Assiria si vanta di tutte le sue vittorie sulle nazioni circostanti per dimostrare ai Giudei quanto sia futile combattere contro di lui.
Il re di Assiria afferma che metterà la loro città sotto assedio; moriranno di fame e saranno costretti a mangiare e bere i loro stessi escrementi umani (18:27). La loro sconfitta è assicurata. La maggior parte di loro morirà (18:32) perché il loro Dio non può liberarli. Quelli che vivranno saranno condotti in cattività con un anello al naso e un morso nella bocca (19:28).
Tutto questo era, ovviamente, blasfemo. Il re di Assiria stava paragonando il Dio che ha creato i cieli e la terra (19:15) ai falsi dèi creati dalle mani degli uomini. Stava prendendo in giro il Dio di Israele.
Isaia dice agli Ebrei di non temere il re di Assiria. Le parole del re sono involontariamente ironiche: egli si è vantato di tutte le sue vittorie sul campo di battaglia, ma è stato il Dio di Israele, che egli ha deriso, a concedergli queste vittorie (19:25-26).
Gli dèi di pietra e di legno non possono liberare nessuno. Il Dio di Israele, però, non è un dio del genere e darà davvero la vittoria al Suo popolo. Gli Assiri avevano detto che il popolo di Gerusalemme avrebbe mangiato escrementi umani. Dio dice, invece, che il Suo popolo mangerà il proprio cibo e sperimenterà un raccolto abbondante (19:28). Gli Assiri avevano detto che gli Ebrei sarebbero morti ma Dio ucciderà 185.000 assiri; saranno loro a morire (19:35). Il re di Assiria aveva minacciato di morte Ezechia, il re di Giuda, ma sarà lui stesso a morire. Gli Assiri avevano affermato che il Dio di Israele non poteva liberare la nazione ma il capo degli Assiri morirà nel tempio del suo falso dio (19:37). Gli Assiri avevano detto che gli Ebrei sarebbero morti. Dio dice che vivranno.
Gli Assiri avevano detto che avrebbero condotto i pochi ebrei sopravvissuti lontano da Giuda, per il naso, in segno di disonore. Invece, saranno gli Assiri ad essere costretti a lasciare Giuda dopo una sconfitta umiliante.
In altre parole, tutto ciò che il re assiro aveva detto che Dio non era in grado di fare, Egli lo fece. Il re aveva oltraggiato Dio, quando, in ultima analisi, era stato il suo dio di legno e di pietra a non poter liberare lui e il suo esercito.
Non ci si può beffare di Dio. Un credente non può perdere la salvezza eterna ma se vive secondo la carne, disobbedendo a ciò che Dio ha detto, raccoglierà distruzione e mancanza di ricompense. Quando si tratta del mondo miscredente, vale lo stesso principio. Ai nostri giorni, vediamo chiaramente che la maggior parte delle persone si prende gioco di Dio. Mettono in dubbio la Sua stessa esistenza. Difatti, la negano e la ridicolizzano. Come il re d’Assiria, mettono in ridicolo anche la Sua capacità di fare ciò che ha promesso per il Suo popolo. Dileggiano le leggi morali che Egli ha stabilito secondo il Suo ordine creato.
Quando ci guardiamo intorno e vediamo tutto quello che succede, è facile sentirsi scoraggiati. Perché Dio non fa qualcosa riguardo alla depravazione che ci circonda e non reagisce di fronte a ciò che il mondo dice di Lui? Quando però ci ritroviamo a pensare in questo modo, dobbiamo osservare cosa sta accadendo. Possiamo già vedere il caos e la distruzione che la blasfemia contro Dio porta nella vita di coloro che si fanno beffe di Lui. Le nostre città e la nostra cultura sono piene di testimonianze in tal senso.
Sappiamo anche che, alla fine, tutto questo è temporaneo. Cristo verrà e giudicherà il mondo. Questo è uno dei temi principali del libro dell’Apocalisse. Non ci si può beffare di Dio. Questa è una verità universale. I credenti che camminano nella disobbedienza imparano questa lezione. L’hanno fatto gli Assiri e il loro re. Presto lo farà il mondo intero.
di Kenneth Yates
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Ken Yates (ThM, PhD, Dallas Theological Seminary) è l’editore del Journal of the Grace Evangelical Society e speaker regionale ed internazionale della GES. Il suo ultimo libro si intitola Hebrews: Partners with Christ.