Manasse, uno dei re di Giuda, non era un brav’uomo. Causò molto dolore al suo popolo. Regnò per 55 anni e viene descritto dall’autore di 2 Re come il re più malvagio nella storia della nazione (2 Re 21:1-16).
Quando Dio diede agli Ebrei la Terra Promessa, scacciò le nazioni che vi si trovavano a causa del loro peccato. Manasse fece tutto ciò che quelle nazioni pagane avevano fatto, e anche di peggio. Ricostruì luoghi di culto per gli idoli in tutta la terra di Giuda. Promosse il culto di Baal ed istituì persino il culto delle stelle e dei pianeti. Anche il tempio di Dio a Gerusalemme fu trasformato in un luogo di idolatria.
Manasse sacrificò persino uno dei suoi figli ad un idolo. Non si affidò alla guida della Parola di Dio ma si rivolse alla stregoneria e cercò il consiglio degli spiriti dei defunti. L’autore di 2 Re racconta che Manasse versò moltissimo sangue innocente. Non ci vengono forniti i dettagli ma probabilmente significa che si approfittò dei deboli e degli indifesi. Verosimilmente, perseguitò e uccise i profeti di Dio. Una leggenda ebraica racconta che fu lui ad uccidere Isaia segandolo in due.
Israele, la nazione ebraica sorella di Giuda, a nord, fu sconfitta dai suoi nemici e portata in cattività. Anche se Manasse aveva il vantaggio di sapere cosa era successo agli Israeliti a causa della loro disobbedienza, non imparò da loro. Quando diede la terra al Suo popolo, Dio aveva allontanato le nazioni da Canaan a causa del loro peccato; aveva rimosso Israele per lo stesso motivo. Manasse aveva commesso peccati peggiori e chiaramente meritava di subire l’ira di Dio. Come se non bastasse, nel suo ruolo di re fu d’esempio per il suo popolo. Fece sì che l’intera nazione si ribellasse contro il Signore ed espose il suo popolo alla meritata ira di Dio. Di conseguenza, Dio decretò che li avrebbe cacciati tutti dalla Terra Promessa e che avrebbero subìto una grande rovina per mano dei loro nemici.
Sarebbe difficile trovare un individuo più spregevole tra le pagine dell’AT. Dopo cinquant’anni, Manasse aveva precipitato il suo popolo nell’abisso della morte. Molti uomini, donne e bambini persero la vita a causa delle sue azioni e del cattivo esempio dimostrato.
L’autore di 2 Re non fornisce tutti i dettagli della vita di Manasse ma l’autore di 2 Cronache colma alcune lacune. Verso la fine della sua vita, Dio lo punì a causa dei suoi numerosi peccati, servendosi del re di Assiria. L’Assiria portò via Manasse come prigioniero in catene. C’era da aspettarselo; Manasse aveva meritato ciò che gli era accaduto per via dei suoi peccati (2 Cr 33:10-11). Il lettore potrebbe cedere alla tentazione di dire: “Spero che muoia in prigione”. Era un perfido idolatra, un assassino, che aveva indotto molti altri ad un comportamento distruttivo e alla morte.
Poi, però, qualcosa di incredibile accadde. 2 Cronache racconta che Manasse, mentre era in catene, invocò Dio e si umiliò dinanzi a Lui. Pregò Dio e Dio lo esaudì. Il Signore lo riportò a Gerusalemme e lo pose nuovamente sul trono. Il suo regno a Gerusalemme si concluse in grande stile. Eliminò gli idoli che aveva disposto in Giuda e nel tempio di Dio e fece dei sacrifici al Signore, ringraziandoLo per la Sua grazia e la Sua misericordia (2 Cr 33:15-16).
Chiaramente, Manasse ci dimostra che chiunque, e intendo davvero chiunque, può ricevere la grazia di Dio. Qualsiasi non credente – indipendentemente da ciò che ha fatto – può credere in Cristo e ricevere la vita eterna. Ogni credente – indipendentemente dai peccati commessi – può confessarli, trovare il perdono e avere comunione con il Signore. In seminario, avevo un insegnante che aveva riassunto bene questi concetti: nessuno ha mai peccato oltre la grazia di Dio.
C’è però un’altra lezione qui. L’autore di 2 Cronache ci fornisce un altro dettaglio sulla vita di Manasse. Anche se aveva invocato il Signore e aveva ricevuto il perdono, i suoi cinquant’anni di malvagità ebbero delle conseguenze devastanti sul suo Paese. Alla fine della sua vita, Manasse servì il Signore ma ci viene detto che il popolo non seguì il suo esempio. Continuò a perseguire le perfide pratiche che Manasse aveva adottato per cinquant’anni. Questo avrebbe portato l’intera nazione in cattività nel futuro prossimo.
Cinquant’anni di malvagità ebbero un impatto anche sulla famiglia di Manasse. Suo figlio, Amon, salì al trono alla sua morte. Per la maggior parte della sua vita, Amon era stato testimone della corruzione di suo padre. Ci viene detto che egli stesso fu un re malvagio, proprio come suo padre (2 Re 21:20).
Qual è l’insegnamento? Anche se chiunque può sperimentare la misericordia e la grazia del Signore, le conseguenze dei nostri peccati permangono. Il perdono dei peccati è alla portata di tutti ma questo non significa avere una licenza per peccare. Quanto sarebbe stato meglio per il popolo di Giuda e la famiglia di Manasse se questi non avesse vissuto una vita così empia per cinquant’anni?
di Kenneth Yates
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Ken Yates (ThM, PhD, Dallas Theological Seminary) è l’editore del Journal of the Grace Evangelical Society e speaker regionale ed internazionale della GES. Il suo ultimo libro si intitola Hebrews: Partners with Christ.