Nella prima parte, ho parlato del centurione che, ai piedi della croce, considerò saggiamente l’oscurità al tempo della morte di Cristo ed arrivò a delle conclusioni sorprendenti su chi fosse Gesù. Dovremmo anche noi chiederci il significato di quell’oscurità.
Innanzitutto, vorrei considerare alcune opinioni popolari sul significato di quell’ oscurità. Anche se rispecchiano alcune verità bibliche, non credo che rappresentino una spiegazione del perché la luce del sole è sparita per tre ore nel mezzo del giorno, nel giorno in cui il Re d’Israele è morto.
Sono abbastanza certo che vi hanno detto la stessa cosa a riguardo di quella strana oscurità. Rispecchia il fatto che Dio ha girato le spalle a Suo figlio. Gesù prese i peccati del mondo su Sé Stesso e Dio non poteva mettere il Suo sguardo su di essi. Non riusciva a guardare Suo figlio. E mentre si girava via, il cielo è diventato scuro. Ho ascoltato molti sermoni dire che fu proprio questa la ragione di quello che successe.
Una delle ragioni per cui troviamo questa opinione è il fatto che Gesù urlò a Dio che lo stava abbandonando sulla croce (Marco 15:34). Sentiva che Suo Padre lo aveva abbandonato in quel momento e Cristo non aveva mai avuto esperienza di separazione da Lui. Non abbiamo alcuna nozione di quello che il Signore stava provando in quel momento. L’oscurità è il quadro più appropriato della profondità dell’esperienza spirituale del Signore.
C’è, di sicuro, della verità in quest’opinione. Non c’è peccato in Dio (1 Giov 1:5). Non può stare alla presenza del peccato. Forse potremmo concludere che questo è il modo in cui Egli rispose persino quando il Suo Stesso Figlio è diventato peccato per noi (1 Cor 5:21). Sembra tutto ragionevole.
Eppure, Dio aveva certamente guardato al peccato. Egli vede sempre il peccato nel Suo popolo. C’è differenza tra guardare al peccato e diventare peccatore. Dio può fare la prima cosa. Ma non la seconda.
È possibile che questa interpretazione non avrebbe raccolto consensi se non fosse per l’urlo del Signore per l’abbandono del Padre. Nessun altro elemento nel contesto la suggerisce. È interessante che Luca, nel suo racconto della crocifissione, non ha riportato quell’urlo. Invece, Cristo parla della Sua vicinanza al Padre (Luca 23:43,46). Discuterò nel prossimo articolo che l’urlo del Signore non era un urlo di abbandono, ma uno di vittoria. Visto sotto questa luce, l’idea che il Padre abbia voltato le spalle al Figlio sulla croce e che questo abbia causato l’oscurità nel cielo non è un’opinione attraente.
Un’altra interpretazione comune è che l’oscurità si riferisce a Genesi 1. Così come il mondo era circondato di oscurità prima che Dio creasse il mondo attuale, così in Cristo, Dio stava creando un mondo nuovo. I profeti del VT parlarono di un tempo di oscurità prima della venuta dal Signore (Gioele 2:31). Gli ultimi giorni sono proprio su di noi. Cristo stava morendo, ma il Regno stava nascendo. È l’oscurità prima della luce della nuova creazione.
C’è una qualche verità anche in questo insegnamento. Ci sarà oscurità prima della venuta del Signore per stabilire il regno di Dio. Pietro avrebbe predicato questa verità circa 50 giorni dopo (Atti 2:20). Decenni dopo, Giovanni avrebbe detto la stessa cosa (Apo 6:12-13). Il problema con questa interpretazione è che la venuta del regno non è successa subito dopo la morte di Cristo sulla croce. L’oscurità predetta da Gioele e dagli altri profetti si riferisce ad un giorno futuro. Il Regno di Dio, che verrà immediatamente dopo l’oscurità, ancora non è arrivato. La nuova creazione non è ancora arrivata. Inoltre, argomenterei, che non c’è nulla nel contesto di Marco 15 che parla della nuova creazione.
Mentre ci sono delle verità Bibliche connesse a queste due interpretazioni popolari sull’oscurità della croce del Signore, penso che ci sia un modo migliore di interpretare quell’oscurità. Ha un significato per la nazione di Israele e uno per i credenti. Entrambi i significati girano intorno ad un tema particolare. Si tratta del tema del giudizio.
Di Kenneth Yates
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Ken Yates (ThM, PhD, Seminario Teologico di Dallas) è Editore del giornale della Grace Evangelical Society, Relatore Internazionale GES e della Costa Est. Il suo ultimo libro si intitola: Hebrews: Partners with Christ.