Venuta l’ora sesta, si fecero tenebre su tutto il paese fino all’ora nona
Apocalypto è davvero un film per uomini. Il protagonista sta per essere sacrificato in un tempio da un prete Maya. Il popolo crede che i loro raccolti stiano venendo meno perché gli dèi sono arrabbiati con loro. Proprio quando il protagonista sta per essere ucciso, c’è un’eclissi solare e la terra si oscura per un minuto o poco più. Il prete spiega che questo è un segno dagli dèi. Non sono più arrabbiati; il raccolto del popolo sarà abbondante. Non c’è più bisogno di un sacrificio umano, e la vita del protagonista viene risparmiata.
Alla croce del Signore, avviene un evento ancora più spettacolare. Non è un’eclissi solare. La terra si oscurò miracolosamente per tre ore: “Venuta l’ora sesta, si fecero tenebre su tutto il paese fino all’ora nona.” (Marco 15:33). Si fece buio da mezzogiorno alle 3 del pomeriggio.
Il prete Maya nel film si sbagliava sul significato di quell’oscurità momentanea. Ma chiaramente c’è significato nell’oscurità alla croce del Signore. Ma qual è?
Marco vuole che ce lo chiediamo. C’è un pagano ai piedi della croce che lo fa, e Marco lo elogia per questo. È vero anche se questo uomo non comprende il significato pieno di ciò che sta osservando. Ma cerca di interpretare l’oscurità e arriva a delle conclusioni giuste riguardo a quello che sta osservando.
Quest’uomo è un centurione romano. Osserva come Gesù rimane in controllo sulla croce mentre muore. Ha ovviamente anche notato che il sole ha smesso di dare la sua luce per tre ore nel bel mezzo del giorno. Questo lo porta a esclamare, “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!” (Marco 15:39).
Chiaramente, non aveva capito la dottrina della Trinità. Era un uomo che credeva in svariati déi. Ma alla luce della sua dichiarazione, quando i leader religiosi ebrei avevano condannato il Signore a morte per essere blasfemo, quest’uomo pagano è riuscito a comprendere l’identità dell’Uomo sulla croce, qualcosa che gli Ebrei avrebbero dovuto vedere più prontamente. La sua interpretazione dell’oscurità lo aveva portato a quella comprensione.
Ma cosa intendeva con questa sua dichiarazione, e come ci è arrivato? L’imperatore di Roma era chiamato figlio di dio dai soldati romani. Agiva al posto degli dèi sulla terra. Provvedeva ai bisogni della gente. Faceva il lavoro degli dèi. Quando morva, avrebbe fatto parte del pantheon degli dèi.
Come soldato romano, il centurione avrebbe avuto opportunità di praticare adorazione pagana. Avrebbe adottato le pratiche religiose delle persone nell’area a cui era stato assegnato. Gli dèi erano visti come potenti in qualsiasi luogo appartenessero e laddove le persone li veneravano. Nel caso del centurione, era la Giudea, e il tempio del Dio degli ebrei era proprio li davanti a lui. Così avrebbe creduto che fosse quel Dio ad avere potenza in quel luogo.
Come i Maya nel film, segni inusuali dal cielo sarebbe stati visti come segni degli dèi in quella regione. In questo caso, il centurione avrebbe interpretato l’oscurità come segno che il Dio degli Ebrei era adirato con quello che stata succedendo quando Gesù morì. Gesù era innocente. E ciò sarebbe stato specialmente evidente quando si osservava il modo in cui Gesù morì. Qualsiasi altro uomo che era stato crocifisso lì non moriva allo stesso modo in cui Gesù morì.
Era chiaro al centurione che Gesù aveva fatto l’opera del Dio Ebraico. Questo Dio era compiaciuto dell’Uomo sulla croce, e non degli Ebrei che lo stavano uccidendo. Anche se con una limitata (se non inesistente) conoscenza teologica della Trinità, egli è riuscito ad esprimere la verità. Di fatti, ha dichiarato più di quel che conosceva. Ed è un rimprovero per l’incredulità della nazione. L’oscurità alla croce è un elemento fondamentale che ha fatto in modo che il centurione giungesse alla sua conclusione.
Questo ci incoraggia a guardare alla croce e a chiederci cosa significa. Marco vuole che il lettore lo faccia. In quanto Cristiani abbiamo più conoscenza dell’identità di Cristo di quanta l’avesse il centurione. Come dovremmo interpretarlo? Nella seconda parte, vorrei parlare per primo dei modi, a mio avviso, incorretti di guardare alla croce. Questo è vero anche se ci sono delle opinioni comuni e delle verità teologiche in esse. E infine, vorrei mostrarvi ciò che la Bibbia vuole mostrarci circa l’oscurità che cadde sulla terra per tre ore, il giorno in cui Cristo è morto.
Di Kenneth Yates
______
Ken Yates (ThM, PhD, Seminario Teologico di Dallas) è Editore del giornale della Grace Evangelical Society, Relatore Internazionale GES e della Costa Est. Il suo ultimo libro si intitola: Hebrews: Partners with Christ.