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La salvezza nell’Antico Testamento (2 Re 20:12-13)

La salvezza nell’Antico Testamento (2 Re 20:12-13)

October 18, 2023 by Kenneth Yates in Grazia Gratuita - Babilonia, Ezechia, Isaia, Patto Davidico

Di quando in quando, mi viene chiesto come le persone nell’AT ricevessero la vita eterna. Purtroppo, anche coloro che aderiscono alla teologia della Grazia Gratuita talvolta affermano che nell’Antico Testamento le persone erano eternamente salvate grazie al sistema sacrificale, oppure osservando la Legge di Mosè o semplicemente credendo nel Dio di Israele in un senso molto generico. La salvezza eterna, però, è sempre stata per grazia attraverso la fede. Paolo afferma che così è stato nel caso di Abraamo, che è un esempio per tutti coloro che furono salvati nell’AT (Ro 4:1-4). Tutte quelle persone credettero nel futuro avvento di Cristo, che avrebbe stabilito un regno eterno. Ad Abraamo fu promesso che il Cristo sarebbe stato un suo discendente e Abraamo ci credette.

Una questione relativa a questa è la salvezza dei Gentili nell’AT. Come venivano salvati? Molti direbbero che nessuno di loro sentì mai parlare di Cristo ma non è così.

È vero, l’AT fu scritto per la nazione di Israele. Pertanto, non sorprende che non fornisca molte informazioni su come Dio abbia cercato di raggiungere le nazioni dei Gentili con il messaggio della futura venuta di Cristo. Ci sono esempi, però, che dimostrano che gli ebrei effettivamente diffusero questo messaggio tra le nazioni circostanti.

Uno di questi si trova in 2 Re 20:12-13. Ezechia, re di Giuda, era un uomo molto giusto che piaceva al Signore. Il Signore lo benedisse. L’autore di 2 Re ha grandi parole di elogio per Ezechia per via della sua fedeltà al Signore (18:3-8).

Una delle benedizioni di Dio in risposta alla fedeltà di Ezechia fu la liberazione di Giuda dalle mani del re di Assiria quando questi lo minacciò con il suo esercito. L’Assiria era la principale potenza militare del mondo e Dio uccise miracolosamente 185.000 soldati assiri.

Quando Ezechia si ammalò gravemente, il Signore gli salvò miracolosamente la vita e gli disse che sarebbe vissuto per altri quindici anni. In entrambi i casi, Dio fece quel che fece perché Ezechia aveva pregato e si era affidato alla Parola di Dio così come pronunciata dal profeta Isaia. Ezechia conosceva bene le promesse fatte da Dio, incluso il patto che Egli aveva stretto con Davide. Tale patto prevedeva la promessa della venuta del Cristo, che avrebbe regnato per sempre (2 Samuele 7; 2 Re 19:34; 20:6).

Dopo che Dio ebbe compiuto questi miracoli per Giuda ed Ezechia, la voce di quello che era accaduto naturalmente si diffuse tra le nazioni circostanti. Anch’esse erano minacciate dall’Assiria e si sarebbero compiaciute di quanto il Dio d’Israele aveva fatto agli Assiri in Giuda. Ad est, un’altra nazione, Babilonia, stava giungendo al potere e stava combattendo contro l’Assiria. Un potente principe di Babilonia si recò in Giuda per vedere se Ezechia fosse disposto ad allearsi con Babilonia contro l’Assiria.

Il che era del tutto sensato. Giuda era una nazione che aveva sconfitto l’Assiria in battaglia. Il principe di Babilonia e tutti coloro che viaggiavano con lui avevano sentito parlare di come Dio aveva benedetto Ezechia e il suo popolo (2 Cr 32:31). Sapevano che il Dio di Ezechia gli aveva miracolosamente salvato la vita (2 Re 20:12). Quale migliore alleato potevano avere? Forse avrebbero potuto godere della potenza che Ezechia e il suo popolo avevano sperimentato.

Mentre questi leader stranieri passarono del tempo con lui, Ezechia che cosa gli raccontò? Spiegò loro come il suo piccolo esercito avesse sconfitto i potenti Assiri? Raccontò loro della Parola di Dio pronunciata a Isaia e della promessa fatta alla nazione, secondo la quale un giorno il Figlio di Davide avrebbe governato a Gerusalemme sopra un regno eterno? Precisò che la sua vittoria sull’Assiria e la sua guarigione miracolosa erano avvenute perché era un figlio di Davide che aveva creduto a quello che Dio aveva detto?

L’AT non riporta queste conversazioni ma ci può essere qualche dubbio sul fatto che la risposta a queste domande sia “sì”? Questi leader stranieri volevano conoscere il segreto di tutti quegli eventi straordinari. Avevano visto che Ezechia era l’immagine della salute dopo essere stato in punto di morte. Avevano saputo che il loro potente e mortale nemico, l’Assiria, era stato gravemente indebolito da quello che era accaduto in Giuda, anche se l’esercito di Giuda era esiguo (2 Re 18:23). Come erano avvenuti questi prodigi?

Ezechia era un re giusto che si rimetteva alla Parola di Dio. Avrebbe raccontato a questi uomini quello che Dio aveva detto e fatto. Essi sarebbero tornati a Babilonia e avrebbero raccontato a molti altri le cose che avevano visto ed udito. Sicuramente sapevano del Dio d’Israele e della Sua promessa di un Re venturo.

Non sappiamo quanti di questi credettero alle parole di Ezechia. Era ampiamente evidente che avesse detto la verità: era proprio davanti ai loro occhi. Una cosa la sappiamo però: il messaggio della futura venuta d Cristo fu sicuramente trasmesso alle nazioni.

 

di Kenneth Yates

_______

Ken Yates (ThM, PhD, Dallas Theological Seminary) è l’editore del Journal of the Grace Evangelical Society e speaker regionale ed internazionale della GES. Il suo ultimo libro si intitola Hebrews: Partners with Christ.

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Ken Yates (ThM, PhD, Dallas Theological Seminary) is the Editor of the Journal of the Grace Evangelical Society and GES’s East Coast and International speaker. His latest book is Hebrews: Partners with Christ.

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