Il compianto Charles Krauthammer, editorialista vincitore di un Pulitzer, una volta disse su Israele: “Israele è l’espressione stessa della continuità ebraica: è l’unica nazione al mondo che abita la stessa terra, porta lo stesso nome, parla la stessa lingua e adora lo stesso Dio come 3.000 anni fa” (Charles Krauthammer, Things That Matter: Three Decades of Passions, Pastimes, and Politics.).
Krauthammer era un ebreo laico. Le sue dichiarazioni su Israele non erano dettate da alcun credo religioso, stava semplicemente esponendo dei fatti storici. Si può dire che l’esistenza stessa di Israele riveli un intervento di tipo divino e soprannaturale. Potremmo addirittura definirlo un miracolo. La nazione è unica nel suo genere.
Tuttavia, mentre scrivo questo blog, le cose non sembrano promettere bene per Israele. È stata attaccata da terroristi provenienti da Sud-Ovest e le atrocità compiute contro i suoi cittadini hanno sconvolto le coscienze. La nazione, grande appena quanto il New Jersey, è ulteriormente minacciata dai terroristi del Nord e dell’Est. Migliaia di razzi sono stati lanciati verso città e paesi ebraici. L’Iran ha dichiarato di desiderare l’eliminazione di tutti gli ebrei e di sostenere apertamente i terroristi. Si dice che l’Iran sia molto vicino ad ottenere armi nucleari e molti esperti del Medio Oriente suggeriscono che l’Iran sarebbe disposto ad usare tali armi contro Israele. Sembra anche che l’Iran abbia l’appoggio della Cina e della Russia.
Naturalmente, il piccolo Paese di Israele si trova attualmente al centro delle cronache. Cosa succederà a questa “espressione della continuità ebraica”? Proprio ieri ho sentito un giornalista dire che l’esistenza stessa di Israele è a rischio.
Non sono né un profeta né il figlio di un profeta, ma sono certo che Israele continuerà ad esistere. Come posso esserne così sicuro? La risposta è che dobbiamo prendere in esame qualcosa che Krauthammer ha ignorato, pur avendo un’alta considerazione di Israele. Dio ha fatto delle promesse agli antenati del popolo ebraico. Esso sarà il Suo popolo per sempre (Gr 31:31-37; Za 12:9-10; 13:1; 14:11). Negli ultimi tempi, Israele sarà ancora una nazione e il Signore stesso libererà il Suo popolo da tutti i nemici e lo condurrà nel Suo regno, dopo che avrà creduto in Lui (Ro 11:25-27). Gesù stesso parlò di questi eventi futuri nel Discorso dell’Ulivo, riportato in Matteo 24-25. Il libro dell’Apocalisse fornisce i dettagli di questi eventi.
Nel corso della storia, gli studiosi della Bibbia si sono chiesti quando saranno completamente adempiute queste incredibili promesse alla nazione di Israele. Hanno osservato gli eventi attuali e si sono chiesti se indicassero il prossimo ritorno del Signore. Nel 1917, la Dichiarazione Balfour accese la speranza che il tempo fosse vicino. La persecuzione degli Ebrei da parte dei Nazisti, negli anni ’30 e ’40, ebbe lo stesso effetto. Il ritorno degli Ebrei nella loro terra e il riconoscimento ufficiale della nazione Israele da parte del mondo, nel 1948, furono una chiara dimostrazione dei propositi di Dio per la nazione, così come le numerose vittorie miracolose sui suoi nemici da allora.
Senza dubbio, molti interpreteranno la situazione attuale di Israele a significare che il Signore è alle porte (Gm 5:9). Forse è questo che stiamo vedendo. Le atrocità dei terroristi sono certamente la dimostrazione del male di questo mondo che tanto merita l’ira di Dio. Quest’ira sarà riversata immediatamente prima che il Signore stabilisca il Suo regno sulla terra e adempia a tutte le Sue promesse per Israele.
Non lo so. Di certo abbiamo già visto in scena la depravazione dell’uomo in passato. Abbiamo già visto Israele in difficoltà prima d’ora. Quello che sta accadendo oggi in Medio Oriente potrebbe essere solo il caso più recente.
A prescindere dal Paese in cui viviamo, gli eventi in Israele possono facilmente turbare le nostre anime. Non dovrebbe essere così. Krauthammer fece un’osservazione inequivocabile su quel piccolo Paese. Ne fu impressionato, ma Israele è molto più di una nazione storicamente sorprendente. È una nazione alla quale Dio ha fatto promesse meravigliose. I suoi nemici non stermineranno gli Ebrei.
Un giorno il Signore chiamerà a sé la Sua Chiesa. Giudicherà il mondo e poi condurrà la nazione di Israele in fede nel Suo regno. Stiamo assistendo alla preparazione di questi eventi? Probabilmente. Quello che sappiamo con certezza è che tutte queste cose accadranno. Né le azioni malvagie degli uomini né i loro piani deliranti contro Israele impediranno a Dio di fare quello che ha detto che farà. In questi tempi difficili, possiamo confidare in questo.
di Kenneth Yates
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Ken Yates (ThM, PhD, Dallas Theological Seminary) è l’editore del Journal of the Grace Evangelical Society e speaker regionale ed internazionale della GES. Il suo ultimo libro si intitola Hebrews: Partners with Christ.