Credere in qualcosa vuol dire essere convinti che è vero. Credere in Gesù Cristo per la vita eterna vuol dire essere convinti che te la dona attraverso la fede in Lui soltanto. Ma ci sono molte altre cose che un credente è chiamato a credere dopo aver ricevuto la vita eterna.
Quando “ascoltiamo” cose attraverso la Parola di Dio, siamo chiamati a crederle. Per esempio, le Scritture ci dicono che Cristo ricompenserà i credenti per le cose che fanno per Lui. Ci viene detto che è meglio dare che ricevere. Ci viene detto che dobbiamo perdonare i credenti che hanno peccato contro di noi. Se non lo facciamo, il Signore non ci perdonerà. Questo porterebbe alla perdita di comunione con Lui. Un cristiano può non essere convinto che queste cose siano vere, anche se ha creduto in Gesù per la vita eterna e sa di averla.
C’è un esempio importante di tutto ciò in Marco 7. Gesù sta insegnando ai Suoi discepoli delle cose nuove. Questi discepoli già erano credenti, ma certe cose erano dure per loro da capire. Due volte, Egli gli ripete che devono “ascoltare” ciò che dice. Ciò che gli stava dicendo andava contro tutto ciò che gli era mai stato insegnato. Il cibo che mangiano non li contamina. Anzi, nulla di ciò che mettono in bocca li renderà impuri. Ma questo non è quello che il giudaismo aveva insegnato loro! A causa di questo, anche se ascoltavano quello che diceva, molti (tutti?) non si convincevano che fosse vero. Ecco perché Egli dice loro di “ascoltare”.
Subito dopo avergli insegnato queste cose nuove, un’altra persona “ascolta” quello che il Signore stava dicendo. Questa persona non era un discepolo. Era una donna. Non era ebrea. Non aveva viaggiato con Lui, né aveva avuto l’opportunità di imparare da Lui ogni giorno. Anzi, non viveva nemmeno in Israele. Viveva in una città chiamata Tiro. Quando si ritrova ad ascoltare il Signore era in una posizione di svantaggio.
Ma aveva ascoltato determinate cose. Alcune persone dalla sua città Lo avevano sentito parlare e Lo avevano visto scacciare demoni e guarire i malati (Marco 3:8-11). Per ciò che le era stato raccontato, lei aveva creduto che era il Cristo dei Giudei, il Figlio di Davide (Matt 15:22). Sapeva che Lui poteva scacciare via demoni. Ecco perché era andata da Lui. Sua figlia era a casa, posseduta da uno di questi spiriti maligni. Voleva che Lui scacciasse il demone da sua figlia.
Questa donna sapeva tutte queste cose su di Lui perché, come Marco scrive, lei aveva “ascoltato” di Lui (7:25). Questo è lo stesso verbo usato quando Gesù dice ai Suoi discepoli di “ascoltare” quello che insegnava (7:14, 16). Marco contrasta questa donna con i discepoli. Per i discepoli era difficile convincersi che quello che Gesù stava dicendo era vero. Questa donna non aveva quel problema.
All’inizio il Signore le nega la sua richiesta. Le dice che i suoi discepoli hanno la priorità sui suoi bisogni. È chiaro che dice così per metterla alla prova. Lei passa ampiamente il test. È persistente, e precisa al Signore che anche se i suoi bisogni vengono in secondo piano rispetto a quelli dei suoi discepoli, il Suo potere è così grande che Lui può occuparsi di entrambi allo stesso tempo.
Il Signore la loda. Le dice di tornare a casa, e che il demone ha lasciato sua figlia. La sua fede è così grande che non ha nemmeno bisogno che venga a casa sua per toccare la figlia. Lei ha ascoltato le Sue parole, e ha creduto. La ragazza viene guarita a distanza, semplicemente per mezzo della parola del Signore. Questo è l’unico miracolo in Marco che viene fatto così. In Mattero, Gesù parla della sua “grande fede” (Matt 15:28).
Questa donna rappresenta un esempio importante per noi. Sapeva che Egli era il Cristo. Ci aveva creduto. Ma aveva ascoltato altre cose su di Lui. E lei aveva creduto anche a quelle. Le Sue parole era tutto ciò che aveva bisogno di sentire.
Non sarebbe fantastico se fossimo così? Durante il ministero di Cristo, Egli ha detto tante cose difficili da credere. Mentre le studiamo, possa questa donna essere un esempio per noi. Per quanto difficili possano essere queste cose da credere, quando sentiamo le parole del Signore, possa questo essere sufficiente. La donna era convinta che fosse vero. Che anche noi possiamo esserlo.
Di Kenneth Yates
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Ken Yates (ThM, PhD, Seminario Teologico di Dallas) è Editore del giornale della Grace Evangelical Society, Relatore Internazionale GES e della Costa Est. Il suo ultimo libro si intitola: Hebrews: Partners with Christ.