Il giornale scolastico della Scuola Biblica Multnomah (ora Multnomah University) pubblicò un articolo affascinante al tempo in cui insegnavo lì (1986-1987). Si trattava di un’intervista ad un laureato della Multnomah che era diventato ateo.
L’intervistatore chiedeva se, quando era alla Multnomah, aveva creduto che Gesù è Dio, che era morto sulla croce per i suoi peccati, che era risorto dai morti, e che sarebbe andato in paradiso quando sarebbe morto, essendo Gesù il suo Salvatore. Lui rispose che credeva in queste cose, ma che aveva poi realizzato che erano solo dei miti. Non c’è Dio. Non c’è vita dopo la morte. Non c’è paradiso e non c’è alcun regno che deve venire.
Non ricordo come finisse l’intervista. Ma l’autore si chiedeva come potesse succedere una cosa del genere.
Anni dopo, un pastore amico mi raccontò una storia straordinaria che si spingeva ancora oltre. Suo figlio maggiore, che chiameremo Dave, era venuto alla fede da bambino ed era stato discepolo di AWANA, a casa e a scuola. Era stato un solido credente fino al college. Poi Dave aveva perso la sua fede ed era diventato ateo. Il mio amico pastore diceva che suo figlio era sicuramente nato di nuovo, anche se poi si è allontanato (Giov 3:16; 11:26). Mi disse che suo figlio ama leggere i miei articoli e guardare i miei video. Anzi, ha persino testimoniato a qualcuno!
Dave stava parlando con un amico che appartiene alla chiesa ortodossa orientale. Il suo amico gli disse che sperava un giorno di riuscire ad andare in paradiso. Dave lo riprese perché non credeva nella Bibbia. Disse che, anche se non crede più in Dio, sa che la Bibbia insegna che chiunque crede in Gesù non perirà mai. Gli citò persino alcuni versi. Dave disse al suo amico che sapeva senza alcun dubbio che se il cristianesimo fosse vero, allora sarebbe andato in paradiso. Dave ha espresso preoccupazione per il suo amico, se il cristianesimo, appunto, fosse stato vero.
La maggior parte delle persone pensa che se una persona è atea, la sua unica speranza di essere salvata è pentirsi, credere e poi perseverare nella fede e nelle buone opere fino alla morte. Ma perché la pensano così? A causa della Scrittura? No. La Scrittura dice chiaramente che l’apostasia è possibile (Luca 8:13; 2 Tim 2:13; Eb 6:4-8; 2 Pt 2:18-22), ma non la perdita della salvezza (Giovanni 3:16; 6:35, 37, 39; 11:26). La loro convinzione che gli apostati non possano essere salvati deriva da una tradizione che dice che bisogna perseverare nella fede e nelle buone opere per ottenere quella che chiamano salvezza finale.
Sapevi che ci sono anche persone nate di nuovo che abbracciano gli insegnamenti del buddismo, dell’induismo, dell’islam e dell’ebraismo? Non intendo le persone che attualmente credono nella promessa della vita eterna ma che ancora devono lasciare la loro falsa religione. Intendo persone che hanno smesso di credere al messaggio cristiano e hanno accettato i falsi insegnamenti di altre religioni. (Il giudaismo moderno non è coerente con la Scrittura perché rifiuta Gesù come Messia. Certamente, all’interno del cristianesimo odierno ci sono molti, molti ebrei credenti.)
Una volta che una persona è stata salvata, sarà sempre salvata, anche se si allontana dalla fede cristiana. Nessuno può strapparla dalla mano di Gesù o del Padre (Giovanni 10:28-29). Chi crede in Lui è eternamente sicuro. Non ci sono clausole nascoste.
Di Bob Wilkin