Un popolare appello evangelistico recita: “Siete pronti a ricevere Cristo come vostro Salvatore?”. Un altro dice: “Vorreste ricevere Cristo come vostro personale Salvatore?”.
Vi siete mai chiesti che cosa significa quando si parla di Gesù come il Salvatore o come il nostro personale Salvatore?
Una volta ho sentito Zane Hodges dibattere sulla questione di ricevere Cristo come personale Salvatore. Diceva che il Signore Gesù non è il Salvatore personale di nessuno. Egli è “il Salvatore del mondo” (Giovanni 4:42). È il Salvatore di tutti. È il Salvatore persino di coloro che passeranno l’eternità nello stagno di fuoco (cfr. 2P 2:1; 1Gv 2:2).
Con l’aspersione del Suo sangue sulla croce, Gesù ha reso possibile la salvezza per tutti. Egli è la via, la verità e la vita, anche per coloro che lo rifiutano.
Paolo scrive: “(infatti per questo fatichiamo e combattiamo): abbiamo riposto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il Salvatore di tutti gli uomini, soprattutto dei credenti.” (1Ti 4:10).i Thompson commenta: “Paolo definisce Dio ‘il Salvatore di tutti gli uomini’ in quanto Egli desidera sinceramente che tutti gli esseri umani sperimentino la salvezza. Il fatto che non vi siano più persone salvate non è dovuto alla debolezza o all’impotenza della volontà divina, ma all’ostinata resistenza della volontà umana (cfr. Mt 23:37)” (1, 2 Timothy, Titus, p. 136). Litfin aggiunge: “Paolo afferma che Dio è il Salvatore di ‘tutti gli uomini’ (cfr. 2:2, 4, 6) poiché desidera che tutti siano salvati e ha dato Cristo come riscatto (2:6) per rendere possibile questa salvezza. Tuttavia, Dio è il Salvatore specialmente di coloro che credono, poiché solo in loro si compie il Suo desiderio di salvezza“ (”1 Timothy” in The Bible Knowledge Commentary, p. 740).
Nella sua prima epistola, Giovanni ripete ciò che i Samaritani avevano detto in Giovanni 4:42: “E noi abbiamo veduto e testimoniamo che il Padre ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo.” (1 Giovanni 4:14).
Ho letto un interessante articolo di Gerald Bray intitolato “Recent Trends in Christology” (si veda qui). Questa frase ha attirato la mia attenzione:
Molto spesso si dice che Cristo sia soprattutto il nostro “liberatore”, una parola che di solito è intesa in termini di esperienza emotiva e psicologica individuale; anche se, naturalmente, viene interpretata anche in termini di libertà sociale e politica, nel contesto della teologia della liberazione che si è sviluppata nei confini del Cristianesimo e del Marxismo.
Quando si dichiara che il Signore Gesù Cristo è il proprio Salvatore, si possono intendere molte cose. “Mi ha liberato dal senso di colpa e dalla depressione”. “Mi ha liberato dall’alcolismo”. “Mi ha liberato dalla dipendenza dal cibo”. “Mi ha dato una nuova prospettiva di vita”.
Indovinate quante volte la parola Salvatore ricorre nel Vangelo di Giovanni, l’unico libro evangelistico della Bibbia? Ci credereste che è solo una (Giovanni 4:42)? Sapevate che il Signore Gesù non ha mai fatto riferimento a Se Stesso come il Salvatore?ii
Le persone non nascono di nuovo perché credono che Gesù le abbia liberate dall’ansia, dalla depressione, dal senso di colpa, dall’alcolismo o dalla mancanza di uno scopo nella loro vita. Per nascere di nuovo, bisogna credere in Lui per ottenere ciò che promette: la vita eterna che non può essere persa (ad esempio, Giovanni 3:16; 6:35, 37; 11:26).
Un ultimo punto. Nelle Scritture, le espressioni Salvatore, nostro Salvatore, Dio e Salvatore, Signore e Salvatore spesso non si riferiscono al fatto che Gesù abbia reso possibile la nostra salvezza. A volte si riferiscono ad altri tipi di salvezza. Gesù è il Salvatore di Israele (Matteo 1:21; Luca 1:47; 2:11; Atti 13:23): salverà Israele dall’oppressione dei Gentili. Salverà il mondo intero dall’ingiustizia, dalla malvagità e dall’iniquità. Paolo incoraggia gli schiavi credenti ad “onorare in ogni cosa la dottrina di Dio, nostro Salvatore” (Tito 2:10, enfasi aggiunta). La dottrina diventa appetibile quando i credenti lasciano che la loro luce risplenda dinanzi agli uomini (Matteo 5:16; Fi 2:15).iii
Manteniamo la grazia al centro dell’attenzione.
__________
i Dio Padre è chiamato “nostro Salvatore” molte volte (Luca 1:47; 1Ti 1:1; 2:3; 4:10; Tito 1:3; 2:10; 3:4; Giuda 25). Nella lettera a Tito, Paolo utilizza il termine Salvatore per riferirsi sia al Signore Gesù che a Dio Padre, indifferentemente.
ii Non sto dicendo che essere il Salvatore sia un concetto insignificante. Ricorre, infatti, ventiquattro volte nel NT. Quello che intendo è che non rappresenta il cuore dell’evangelizzazione. L’obiettivo è la vita eterna che il Salvatore promette. È possibile, purtroppo, credere che Gesù sia il Salvatore – o il proprio personale Salvatore – e non credere nella sua promessa di vita eterna.
iii Thompson commenta: “Particolarmente degno di nota è il fatto che il comportamento esemplare di coloro che si trovano al livello più basso della scala sociale (cioè gli schiavi) abbia l’effetto di ‘rendere appetibile (kosmosin, letteralmente ‘adornare’) il Vangelo” (1, 2 Timothy, Titus, p. 308).
di Bob Wilkin
__________
Bob Wilkin (ThM, PhD, Dallas Theological Seminary) è il Fondatore e Direttore Esecutivo della Grace Evangelical Society e co-presentatore del programma Radio Grace in Focus. Vive a Highland Village, Texas, con sua moglie Sharon. I suoi ultimi libri sono Faith Alone in One Hundred Verses e Turn and Live: The Power of Repentance.