Il dottor Charles Ryrie ha notoriamente detto: “Se la vita eterna potesse essere persa, allora avrebbe il nome sbagliato”. La vita eterna è vita eterna.
Recentemente, tuttavia, mi sono imbattuto in un articolo di un amico sostenitore della teologia della Grazia Gratuita, il quale sostiene che non esista un’espressione greca per indicare la vita eterna. Egli afferma: “zōē aiōnios… non è vita senza fine, ma vita che appartiene a una certa età o secolo, o che continua durante quel periodo“. (Scrive anche: “Non c’è davvero nessuna parola per ‘eterna’ o ‘perpetua’ nel testo greco del NT.”). A conferma di ciò, ha mostrato che la parola aiōn significa età, concludendo che il senso sia vita per l’età, ovvero vita per l’età futura.
Mentre Shawn e io ne discutevamo in ufficio, mi ha chiesto: “Come risponderesti a questa argomentazione?” Questo blog è il frutto della nostra discussione.
Ho sentito questa tesi per la prima volta circa quarant’anni fa, quando frequentavo il Seminario Teologico di Dallas. Un altro ragazzo del circolo della Grazia Gratuita, anch’egli specializzando nel NT, sosteneva che confondiamo le persone parlando di vita eterna o di vita perpetua. Suggeriva che la vita che Dio ci dona è una vita idonea per quella che sarà la vita futura.
Sia quel giovane che il mio amico di cui ho letto recentemente l’articolo credono nella sicurezza eterna. Cioè, entrambi credono che una volta salvati, si è salvi per sempre. Credono anche che chiunque abbia la vita per l’età futura possieda una vita che non avrà mai fine. Pensano semplicemente che sia più corretto chiamarla vita per l’età futura.
Ci sono cinque punti a favore della mia idea che vita eterna sia la migliore traduzione di zōē aiōnios.
In primis, in quasi tutti i passaggi in cui zōē aiōnios compare nel Vangelo di Giovanni, la vita in questione è definita come permanente da altre parole del contesto. Ad esempio, in Giovanni 3:16, il Signore afferma che chi crede in Lui non perisce, ma ha vita eterna. La vita è in contrasto con il perire. Il significato di perire è spiegato nei versetti 17-18 come condanna eterna. In Giovanni 4:14 un solo sorso dell’acqua viva fa scaturire in una persona la vita eterna, in modo che non abbia mai più sete. Un solo sorso e si possiede la vita che non può essere mai perduta. Si veda anche Giovanni 5:24 (triplice enfasi) e Giovanni 10:28 (chi ha la vita eterna è al sicuro nella mano di Gesù e nella mano di Dio Padre). Nel Vangelo di Giovanni ci sono anche molti riferimenti alla vita, intesa come vita eterna che non può essere mai perduta (si veda, ad esempio, Giovanni 11:25-26).
In secondo luogo, per i Giudei al tempo di Cristo l’idea era che la vita nel regno futuro durasse per sempre. Si confronti Giovanni 5:39-40, che usa l’espressione vita eterna. Sebbene la maggior parte degli Ebrei pensasse che la vita futura avesse inizio solo dopo la morte e che fosse ottenuta per mezzo delle opere e non la fede (cfr. Giovanni 5:39-40), essi credevano, sì, che chiunque avesse ottenuto questa vita per l’età futura sarebbe stato per sempre nel regno del Messia.
Leon Morris commenta:
Una caratteristica del modo in cui Giovanni intendeva la vita è la sua insistenza sul fatto che essa non ha fine. Per ben diciassette volte utilizza l’espressione “vita eterna” (zōē aiōnios), dove l’aggettivo ci indica qualcosa che è senza fine. La parola deriva da aiōn, ovvero “età”, e significa “relativo ad un’età”. Gli Ebrei dividevano tutto il tempo in età precedente alla creazione, età attuale ed età futura, ovvero l’era inaugurata dalla venuta del Messia, la quale non avrà fine (Jesus is the Christ: Studies in the Theology of John, p. 204).
Paolo afferma esplicitamente il punto di Morris in 1 Ti 4:8, dove dice che la pietà ha la promessa della vita presente e di quella futura.
In terzo luogo, Giovanni chiama il Signore Gesù vita eterna (1 Giovanni 1:2; 5:20). Gesù si è infatti definito la vita in due delle sue dichiarazioni cosiddette “Io sono”: “Io sono la risurrezione e la vita” (Giovanni 11:25a) e “Io sono la via, la verità e la vita” (Giovanni 14:6a). Non ha mai detto: “Io sono l’età futura” né tantomeno Giovanni lo ha mai chiamato l’età. Quando spiega che cosa intendesse con “Io sono la vita”, Gesù dice: “Chiunque vive e crede in me non morirà mai” (Giovanni 11:26b). Le parole non morirà mai sono una chiara dichiarazione dell’eternità della vita che Egli dona ai credenti.
Quarto, la vita eterna è un bene presente. Gesù ha detto: “Chi crede in me ha vita eterna” (Giovanni 6:47). Si confronti Giovanni 5:24. Non si ottiene questa vita dopo la morte ma la si ottiene nel momento in cui si crede in Gesù. Infatti, se una persona sana di mente raggiunge l’età della responsabilità senza aver creduto in Gesù per avere vita eterna (1Ti 1:16) prima di morire, allora non l’avrà mai (Gv 11:25a; Ap 20:15).
Quinto, trovo un certo sostegno nel fatto che quasi tutte le traduzioni inglesi rendano zōē aiōnios come vita eterna (ad esempio, NASB, NET, NIV, HCSB, LEB, RSV, MEV, CEB, GNT, WEB) [o everlasting life (lett. vita perpetua; in italiano viene comunque tradotto come vita eterna (ad esempio, KJV, NKJV, WYC)]. Inoltre, quasi tutti i commentari interpretano zōē aiōnios allo stesso modo. Altrettanto fanno i dizionari di greco del NT.
Certamente, credo che sarebbe utile che un insegnante della Bibbia spieghi che la vita eterna che abbiamo come credenti non è solo eterna e ricca di possibilità per la glorificazione di Dio e tale da poter essere vissuta più pienamente, ma è anche la vita stessa del Signore Gesù Cristo, vita che possediamo ora e che avremo per sempre nell’era che verrà.
di Bob Wilkin
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Bob Wilkin (ThM, PhD, Dallas Theological Seminary) è il Fondatore e Direttore Esecutivo della Grace Evangelical Society e co-presentatore del programma Radio Grace in Focus. Vive a Highland Village, Texas, con sua moglie Sharon. I suoi ultimi libri sono Faith Alone in One Hundred Verses e Turn and Live: The Power of Repentance.