E diceva: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!» Ed egli gli disse: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso» (Luca 23:42-43).
Casey mi ha inviato una vera e propria lettera scritta a mano. Mi ha posto una serie di domande fantastiche su questo scambio di battute:
Il ladro sulla croce credeva nella sicurezza eterna quando chiese al Signore di ricordarsi di lui? Di certo, credeva che la vita eterna fosse possibile, altrimenti non l’avrebbe chiesta. Sicuramente credeva che Gesù fosse innocente e probabilmente credeva molte altre cose su di Lui. Ovviamente, credeva che Gesù fosse in grado di salvarlo. Era umile e aveva ammesso i suoi peccati. Aveva invocato Gesù affinché lo salvasse.
Voglio soffermarmi sull’ipotesi di Casey secondo la quale il ladrone sulla croce “probabilmente credeva molte altre cose su di Lui”.
Analizziamo la richiesta del ladrone e la risposta del Signore.
L’uomo disse: “Signore, ricordati di me quando entrerai nel Tuo regno”.
Chiaramente credeva quanto segue:
- Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio (cfr. Giovanni 20:31).
- Gesù risorgerà dai morti e ritornerà.
- Gesù regnerà per sempre.
- Egli stesso risorgerà dai morti.
- Sarà nel regno di Gesù.
- Gesù potrebbe dargli delle ricompense nel regno futuro.
Sì, quell’uomo credeva nella sicurezza eterna quando chiese al Signore di ricordarsi di lui una volta che fosse entrato nel Suo regno. Il ladro sulla croce aveva già creduto in Gesù per avere la vita eterna. Sapeva già che non avrebbe mai avuto fame, non avrebbe mai avuto sete, non sarebbe mai morto, non sarebbe mai stato cacciato via e non avrebbe mai sperimentato la morte spirituale.
Non ci viene detto come sia arrivato a credere alla promessa di vita eterna di Gesù. È possibile che avesse già sentito Gesù condividerla. Potrebbe aver sentito la folla che Lo derideva dicendo: “Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora giù dalla croce, e noi crederemo in lui” (Mt 27:42). Chiaramente, Pilato aveva posto un cartello sopra la Sua testa che recitava: “Re dei Giudei”. Osservando l’atteggiamento di Gesù mentre si trovava sulla croce, egli arrivò a credere che Gesù fosse veramente il Messia e che garantiva la vita eterna a tutti coloro che credono in Lui.
Non stava invocando Gesù per essere salvato. Sapeva che Gesù lo aveva già salvato e la sua richiesta lo dimostrava.
Ricordate il generale MacArthur? Promise di tornare nelle Filippine quando fu costretto ad andarsene dalle forze nemiche. Supponiamo che ci fosse un giovane Filippino appena incontrato che lo stesse aiutando a fuggire. Mettiamo che questi gli disse: “Generale, si ricordi di me quando tornerà”. Stava chiedendo al generale di ricompensarlo per il suo servizio quando fosse ritornato. È vero, il giovane non ha fatto poi molto. Ha solo aiutato MacArthur per qualche ora. Sa però che il generale ritornerà e si chiede se ci sarà una ricompensa per lui quando lo farà.
Anche la risposta del Signore è significativa. L’uomo chiese al Signore di ricordarsi di lui nel futuro, quando sarebbe entrato nel Suo regno. Tuttavia, il Signore non parlò del futuro né del regno. Parlò di quello stesso giorno: “Oggi tu sarai con me in Paradiso”. Credo che l’enfasi vada posta sulle parole con Me. L’uomo sarebbe stato accanto a Gesù in Paradiso proprio quel giorno, il Venerdì prima del tramonto.
A quel tempo, il Paradiso non era il terzo cielo. Era quella parte dello Sheol/Ade riservata a coloro che erano salvi, dove si trovava Abraamo (Luca 16:19-31) e dove presto si sarebbero ritrovati anche il Signore Gesù e quest’uomo.
Il fatto che sarebbe stato accanto a Gesù implicava immediatamente che sarebbe stato accanto a Lui anche quando Egli sarebbe entrato nel Suo regno. Cioè, il Signore stava probabilmente dicendo che questo ex ladrone avrebbe regnato con Lui nel regno!
Ricordiamoci che Gesù aveva detto che chiunque lo avesse riconosciuto davanti agli uomini, anche Lui lo avrebbe riconosciuto davanti al Padre Suo (Matteo 10:32). Secondo l’interpretazione che ne dà Paolo, chiunque perseveri nel confessare Cristo, regnerà con Lui nella vita futura (2 Ti 2:12). Il ladrone sulla croce confessò Cristo fino alla morte. Fu l’unico, oltre al centurione, a farlo. Anche se confessò che Gesù è il Cristo solo per alcune ore, perseverò fino alla fine.
La lezione che impariamo dal ladrone sulla croce non è quella che siamo rigenerati dalla sola fede, a prescindere dalle opere. Questo è vero, naturalmente (Gv 3:16; Ef 2:8-9; Ap 22:17). Il ladrone sulla croce, però, ha in effetti compiuto una buona opera, un’ottima opera. Ha coraggiosamente riconosciuto Cristo e ha accettato la derisione da parte dell’altro ladrone e probabilmente anche di molti altri tra la folla. La lezione che traiamo dal ladro sulla croce è quella che il Signore Gesù si ricorda di quello che abbiamo fatto per Lui e ci ricompenserà per queste cose quando ritornerà.
di Bob Wilkin
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Bob Wilkin (ThM, PhD, Dallas Theological Seminary) è il Fondatore e Direttore Esecutivo della Grace Evangelical Society e co-presentatore del programma Radio Grace in Focus. Vive a Highland Village, Texas, con sua moglie Sharon. I suoi ultimi libri sono Faith Alone in One Hundred Verses e Turn and Live: The Power of Repentance.