M.E. ci fa un’ottima domanda:
Probabilmente ne avete già parlato in passato, ma quale credete che sia il ruolo del ravvedimento nella vita del credente? Io non credo che sia un requisito per la salvezza/ giustificazione, a meno che non lo si interpreti come il passaggio da una vana fiducia in se stessi alla fede nella sola opera compiuta di Cristo. Indubbiamente però, sebbene non ci giustifichi, il ravvedimento è parte della consueta esperienza di vita cristiana e presumibilmente del processo di santificazione. Ho sentito diverse opinioni e mi piacerebbe conoscere la vostra. Sono d’accordo che la salvezza non possa essere perduta, anche quando a volte cadiamo nel peccato, anche se sicuramente andiamo a ledere la nostra testimonianza, rischiamo di compromettere la qualità della nostra vita e probabilmente non riceveremo ricompense davanti al Tribunale di Cristo se non prendiamo sul serio il vivere in modo santo. Allo stesso modo, perché nei Vangeli sinottici Gesù dice di ravvedersi e credere (che al credente più ingenuo possono sembrare come due condizioni per avere la vita eterna)?
Ho scritto la mia tesi sulla dottrina del ravvedimento e successivamente anche un libro. Penso che ci sia una grandissima confusione non solo sul fatto che esso sia necessario per la nuova nascita (non lo è) ma anche sul fatto che sia un requisito per avere una comunione costante con Dio (non lo è).
Ecco una semplice spiegazione:
Stando a I Giovanni, il requisito per restare in comunione con Dio è quello di continuare a camminare nella luce (1 Giovanni 1:7) e continuare a confessare i nostri peccati quando li riconosciamo (1 Giovanni 1:9). Il credente che sposa i solidi insegnamenti della Bibbia e confessa i peccati che riconosce rimane in comunione con Dio.
Il ravvedimento non viene mai menzionato in I Giovanni perché non è una condizione necessaria per restare in comunione con Dio, per chi ha comunione con Dio.
Secondo il Signore, nelle tre parabole del capitolo 15 di Luca il ravvedimento è il modo attraverso il quale il credente che non è in comunione con Dio può ritrovare suddetta comunione. Il figliol prodigo era un figlio prima di andare via, lo era mentre era nel paese lontano e lo era quando si ravvide e ritornò. Non diventò un figlio grazie al ravvedimento.
Però mentre si trovava nel paese lontano, egli non era in comunione con suo padre. Una volta tornato dal padre, allora recuperò la comunione con lui. Suo padre disse: “Perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato” (Luca 15:24). In questo caso, morto e in vita si riferiscono all’essere e al non essere in comunione.
Una volta tornato, il figliol prodigo non aveva più bisogno di ravvedersi ma doveva restare in comunione con suo padre.
Sento già la domanda: “Ma il ravvedimento non è una componente della confessione?” No. Ravvedersi non significa essere d’accordo che abbiamo peccato. Non significa essere dispiaciuti per aver commesso dei peccati. Ravvedersi significa abbandonare la ribellione contro Dio. Se non mi sto ribellando a Dio, non mi posso ravvedere.
Ammettiamo che vostro figlio venga da voi più volte al giorno e vi dica: “Mi dispiace per quello che ho fatto. Tu mi consideri morto. Abbandono i miei peccati e voglio tornare ad avere una comunione. Mi accetti?”. Vi farebbe piacere? Scommetto di no. Scommetto che vorreste far capire a vostro figlio che non è ché ogni volta che fa qualcosa di sbagliato allora smette di essere in comunione con voi. Non è in comunione con voi solo nel momento in cui si ribella contro di voi.
Zane Hodges mi disse che pensava che un credente potesse trascorrere anni, persino decenni in comunione con Dio. In altre parole, riteneva che un credente potesse trascorrere lunghi periodi senza bisogno di ravvedersi. E io concordo.
di Bob Wilkin
______
Bob Wilkin (ThM, PhD, Dallas Theological Seminary) è il Fondatore e Direttore Esecutivo della Grace Evangelical Society e co-presentatore del programma radio Grace in Focus. Vive in Highland Village, Texas, con sua moglie Sharon. I suoi ultimi libri sono Faith Alone in One Hundred Verses e Turn and Live: The Power of Repentance.