La maggior parte delle persone ha sentito parlare dei quattro Vangeli: Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Ma sapevate che molti studiosi della Bibbia si riferiscono al libro di Isaia come al quinto Vangelo? Le ragioni di questo appellativo sono molteplici.
Come Matteo, Marco, Luca e Giovanni, il libro di Isaia parla della vita di Cristo. Il suo primo avvento, la sua morte e la sua seconda venuta sono tutti profetizzati in esso. Il libro offre un quadro abbastanza completo del futuro Salvatore. Se si considera il libro sotto questa luce, il soprannome di “quinto Vangelo” è appropriato.
A causa di questa enfasi sulla vita di Cristo, unita al suo soprannome, lo scopo di Isaia è stato spesso interpretato come evangelistico. Ad esempio, a Girolamo viene attribuito il merito di aver detto che il profeta Isaia era un evangelista, per il modo in cui descrive i misteri di Cristo. Si presume che la “buona notizia” o “vangelo” in Isaia si riferisca alla salvezza eterna attraverso Cristo.
Ci sono molti problemi con questo uso di Isaia. In primo luogo, Isaia è scritto alla nazione di Israele, il popolo eletto di Dio, che comprendeva credenti e non credenti (1:1-3, 40:1). La prima metà del libro (capitoli 1-39) generalmente ha per argomento il giudizio temporale. A causa della ribellione della Giudea, il Signore permise agli Assiri, e poi ai Babilonesi, di opprimere e condurre in cattività la nazione. Il messaggio proclamato da Isaia era un messaggio di giudizio, non di vita eterna per mezzo della sola fede. Un messaggio che la nazione non volle ascoltare, indurendo il proprio cuore (6:9-10) e portando alla distruzione del tempio da parte dei Babilonesi e a una cattività di settant’anni.
A partire dal capitolo 40, tuttavia, c’è un cambiamento e l’annuncio di una buona notizia. Ma qual è questa buona notizia? Isaia scrive:
9 Tu che porti la buona notizia a Sion, sali sopra un alto monte! Tu che porti la buona notizia a Gerusalemme, alza forte la voce! Alzala, non temere! Di’ alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!»
10 Ecco, il Signore, Dio, viene con potenza, con il suo braccio egli domina. Ecco, il suo salario è con lui, la sua ricompensa lo precede.
11 Come un pastore, egli pascerà il suo gregge: raccoglierà gli agnelli in braccio, li porterà sul petto, condurrà le pecore che allattano (Is 40:9-11).
Il profeta dice agli Israeliti di proclamare questa buona notizia, o Vangelo. All’apertura del capitolo 40, la nazione si trova a Babilonia. Qui il profeta dà alla nazione una parola di conforto (v 1): il Signore li avrebbe radunati fuori da Babilonia. Dopo settant’anni di cattività, il Signore non li avrebbe abbandonati (41:8-9). Il Signore avrebbe alzato il suo braccio per liberarli, prima da Babilonia e infine, come descrive la seconda metà del libro, attraverso il regno del futuro Messia. Pertanto, la salvezza in Isaia è la liberazione corporativa e fisica del residuo d’Israele, prima da Babilonia e poi durante la Tribolazione.
Il “quinto Vangelo” parla di una buona notizia. Parla della buona notizia dell’arrivo di un Re. Questo Re che sta per arrivare sarebbe prima nato da una vergine, poi avrebbe sofferto e sarebbe morto. Tuttavia, la buona notizia di Isaia va oltre il primo avvento del Signore, perché guarda anche al secondo, quando inaugurerà un regno di giustizia. Questo Re libererà la nazione di Israele dai suoi oppressori. Egli restaurerà Israele e ne farà una nazione giusta. Questa è la redenzione e la buona notizia del “quinto Vangelo”. Tuttavia, se il lettore di Isaia cerca di trovare un chiaro messaggio di vita eterna per mezzo della sola fede, difficilmente lo troverà. Isaia ha una buona notizia da condividere, ma non per i non credenti.
Perché questo è importante?
Isaia è un libro sul peccato, sul ravvedimento e sulle opere. Il Signore sta rimproverando la nazione per i suoi fallimenti. Isaia esorta la nazione ad allontanarsi dai suoi peccati per scampare all’ira di Dio. Quest’ira si sarebbe manifestata con l’imminente invasione da parte dei Gentili. Pertanto, se si considera il libro come evangelistico, c’è il rischio di aggiungere le opere al messaggio della salvezza.
Inoltre, ciò influisce sul modo in cui interpretiamo alcuni passi del NT, come il ministero di Giovanni il Battista. Come Isaia invitava la nazione a ravvedersi per essere salvata dalla disciplina di Dio, così Giovanni invitava la nazione ad allontanarsi dai suoi peccati per prepararsi al ministero di Cristo. Se lo avesse fatto, si sarebbe salvata dalla distruzione di Gerusalemme. Purtroppo, sia Isaia che Giovanni furono ignorati e la nazione fu dispersa, prima da Babilonia e poi, nel 70 d.C., dai Romani. Tuttavia, la buona notizia di Isaia è ancora vera. Il Signore non ha abbandonato la nazione e un giorno tornerà per radunare ancora una volta il suo popolo.
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Kathryn Wright ha conseguito un master in studi cristiani presso il Luther Rice Seminary. Coordina i nostri viaggi missionari a breve termine, occupandosi anche in parte dell’insegnamento, tiene conferenze e studi per le donne e collabora regolarmente alla nostra rivista e ai nostri blog. Insieme a suo marito Dewey vive a Columbia, SC.