In Is 9:6, il profeta fornisce un elenco di titoli per il Signore, tra cui Consigliere Ammirabile, Dio Potente, Padre Eterno e Principe della Pace. Tuttavia, questo incredibile elenco rappresenta solo una goccia nel mare. Nelle Scritture, Egli è chiamato anche la Parola, l’Alfa e l’Omega, il Re dei re, il supremo Pastore, e così via. Forse, una lezione che possiamo imparare dalla dovizia di descrizioni di Cristo è che il nostro Signore è così magnifico che il numero dei Suoi appellativi può solo aumentare man mano che continuiamo a conoscerlo meglio.
Potremmo dire che, man mano che i credenti crescono e a seconda delle diverse stagioni della vita che attraversano, certi titoli diventano più significativi. Ad esempio, quale descrizione del Signore sarebbe maggiormente d’aiuto durante un periodo di sofferenza? In 1P 4:19, l’apostolo Pietro offre una scelta interessante, dicendo:
“Perciò anche quelli che soffrono secondo la volontà di Dio, raccomandino a lui le proprie anime, come al fedele Creatore, facendo il bene.”
Questo versetto è significativo per diverse ragioni. Pietro si sta avvicinando alla fine del libro e sta per esserci un cambiamento. La sezione successiva includerà le istruzioni per gli anziani e poi i saluti dell’apostolo. Il versetto 19 funge da dichiarazione riassuntiva per i capitoli 3-4 e racchiude il contenuto teologico della lettera. La prima lettera di Pietro ha come tema quello della sofferenza e della salvezza dell’anima (o della vita) del credente attraverso le prove (1:9). La parola qui tradotta “anima” è psiche e può essere tradotta anche “vita”. Non si tratta della salvezza dallo stagno di fuoco. Si parla della qualità della vita del credente nel regno futuro e della salvezza o giustificazione (della vita, n.d.t.) attraverso l’opera di perfezionamento prodotta dalle tribolazioni. Questo si realizza quando dedichiamo la nostra vita al Signore e facciamo il bene. Si noti che questo è un linguaggio che parla di santificazione, in quanto l’apostolo incoraggia un comportamento santo. Vediamo tutti questi temi in 4:19.
Pietro ci ricorda di CHI dobbiamo fidarci per ottenere questa salvezza: il Creatore fedele. Si tratta di una scelta unica e alquanto curiosa. È l’unico riferimento al Signore come Creatore fedele in tutta la Scrittura. A prima vista, potrebbe sembrare una scelta un po’ impersonale e altisonante. Se sto soffrendo, o se conosco qualcuno che sta attraversando un momento difficile, non sono sicura che il titolo di Creatore sarebbe la descrizione a cui fare riferimento. Un titolo quale Pastore o Sommo Sacerdote potrebbe sembrare più confortante. Tuttavia, l’apostolo evita questi titoli e mette in risalto il Signore quale Creatore. Ne sovviene una domanda: perché Pietro, nella sua dichiarazione riassuntiva, sceglie questa descrizione al di sopra di tutte le altre possibilità?
Un altro tema in 1 Pietro è la sofferenza alla luce dell’imminente ritorno del Signore. Pietro parla spesso del ritorno del Signore come la rivelazione di Gesù Cristo (1:5, 7, 13; 4:13; 5:1). Questo tema viene approfondito nella seconda epistola dell’apostolo. Pietro parla del fatto che il Signore non ritarda l’adempimento della Sua promessa (2Pt 3: 9). In altre parole, il Signore è fedele. Il contesto di questo passo è anche il ritorno del Signore, che viene descritto nei versi 10-12. Pietro dice che i cieli passeranno e che questo mondo sarà bruciato (v. 10). Esorta i suoi lettori a guardare alla venuta del Signore e a comportarsi con santità alla luce del fatto che questo mondo scomparirà (vv. 11-12). La conclusione di questa sezione richiama il messaggio di 1Pt 4:19:
“Ma noi, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e nuova terra nei quali abita la giustizia.” (2Pt 3:13).
Questo mondo un giorno sarà distrutto, ma abbiamo la promessa di qualcosa di molto più grande che verrà. Il Creatore fedele creerà nuovi cieli e una nuova terra. Purtroppo, molti nella Cristianità odierna non conoscono questa incredibile verità. Molti concepiscono la nostra dimora eterna come un luogo astratto, dove fluttuare tra le nuvole. Tuttavia, Pietro parla di una nuova creazione. Così come una volta l’Eterno creò questo mondo, Egli lo farà di nuovo, creando nuovi cieli e una nuova terra in cui abitare per l’eternità. Però, questo nuovo mondo sarà senza peccato, senza dolore e sarà il luogo in cui la giustizia abiterà per sempre.
Tutt’altro che una descrizione altisonante e impersonale, l’apostolo si rifà ad una caratteristica di Cristo profondamente confortante. Arriverà il giorno in cui le sofferenze di questo mondo presente saranno eclissate dall’adempimento delle promesse del fedele Creatore. Pertanto, il credente che soffre può affidare la sua vita a Lui, sapendo che ciò che viene fatto in Lui non sarà distrutto.
di Kathryn Wright