Avete mai notato che molte persone non solo sono riluttanti a credere nella grazia di Dio, ma che addirittura le fa arrabbiare?
Nel suo libro Life is Impossible: And That’s Good News, Nick Lannon prende Naaman Il Siro come un buon esempio di qualcuno che si è infuriato davanti ad una salvezza troppo facile.
Se ricordate, Naaman era il comandante dell’esercito Siriano ed era immensamente ricco e potente. Era abituato a vincere – abituato a raggiungere i suoi obiettivi, superare probabilità sfavorevoli, portare a termine compiti e veniva lodato perché riusciva a vincere battaglie difficili.
Ma fu colpito dalla lebbra.
Ora, quel soldato che aveva sconfitto così tanti nemici lentamente veniva ucciso dal suo stesso corpo. Era determinato a vincere anche quella guerra ma, anche se ci provava con ogni mezzo – e con tutto quel potere e quella ricchezza deve aver provato davvero di tutto – nulla funzionava.
Poi una giovane schiava da Israele catturata poco tempo prima, gli parlò di un profeta che avrebbe potuto guarirlo. E Naaman era disperato al punto di dare ascolto a quella ragazzina.
Preparò una carovana intera piena di tesori dal valore di milioni di dollari. Come Lannon scrive:
Arriva in Samaria determinato a sopraffare il profeta con le sue ricchezze. Con tutto l’oro e l’argento e i vestiti bellissimi e arriva a casa di Eliseo con tutti i suoi carri e i suoi cavalli. Vuole che Eliseo sia impressionato dalla sua magnificenza. (Lannon, Life is Impossible, p.13)
Ma quando Naaman arrivò a casa di Eliseo, il profeta, invece di riceverlo con un benvenuto di tutto rispetto, non escì nemmeno di casa per incontralo! Naaman fu invece salutato da un messaggero che gli lasciò un’istruzione molto semplice:
Va’, làvati sette volte nel Giordano; la tua carne tornerà sana e tu sarai puro (2Re 5:9-10)
Dio avrebbe guarito Naaman! Non è una notizia meravigliosa? Non è esattamente quello che voleva? E non poteva avvenire più semplicemente di così – bagnati un po’ nel Giordano, senza bisogno di trattamenti dolorosi, sacrifici o soldi.
Non sareste più che felici voi?
Naaman non lo era. Al contrario, era furioso!
Ma Naaman si adirò e se ne andò, dicendo: «Ecco, io pensavo: egli uscirà senza dubbio incontro a me, si fermerà là, invocherà il nome del Signore, del suo Dio, agiterà la mano sulla parte malata, e guarirà il lebbroso. I fiumi di Damasco, l’Abana e il Parpar, non sono forse migliori di tutte le acque d’Israele? Non potrei lavarmi in quelli ed essere guarito?» E, voltatosi, se ne andava infuriato.(2 Re:11-12)
Perché era arrabbiato Naaman? Perché tutto gli sembrava troppo…facile. Si aspettava qualcosa di più…impressionante e “religioso”. Voleva un po’ di sfarzo! Si aspettava perlomeno che Eliseo uscisse ad incontralo, vedesse la sua ricchezza, il suo potere e che mettesse su uno show di guarigione, chiamando Dio ad alta voce, forse agitando le mani o facendo chissà quale altra cosa da religioso.
Ma soprattutto, Naaman si aspettava che Eliseo gli desse qualche compito difficile da fare, così da meritarsi la guarigione:
Voleva un rituale complicato, o una serie di passaggi da eseguire. Si arrabbia perché non ha ricevuto un incarico complesso. Tutto ciò sembra incredibilmente contro intuitivo in superficie, ma quando ci si ferma a pensare, ha perfettamente senso: se Naaman non può comprare la propria guarigione, allora vuole guadagnarsela mostrando a Eliseo che è capace di fare qualsiasi rituale arcano il profeta gli chieda (Lannon, Life si Impossible, p.14)
Naaman volavo provare ad Eliseo quanto fosse degno e grandioso da meritarsi di essere guarito. Invece, il profeta voleva che facesse una cosa molto semplice, bagnarsi nel Giordano. Assurdo!
Quando Naaman se ne va via furioso, i suoi servi gli si avvicinano e cercano di farlo ragionare:
Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una cosa difficile, tu non l’avresti fatta? Quanto più ora che egli ti ha detto: “Làvati, e sarai guarito” (2Re :13)
Naaman era pronto a fare la cosa più dura, perché non provare allora con quella più semplice? Era pronto a pagare milioni, e se invece non ci fosse nulla da pagare? Qual è il problema se c’è da fare meno di ciò che ci aspettiamo?
Alla fine, Naaman si arrende, accetta la via facile, si lava nel Giordano e viene miracolosamente guarito, come aveva promesso Eliseo.
Quando parlo della buona notizia che Dio da la vita eterna gratis, le persone reagiscono come Naaman. Non solo dubitano del messaggio, ma si arrabbiano! Perché? Perché trattare una buona notizia come se fosse cattiva? Lannon scrive –
Non riusciamo a gestire qualcosa che ci viene data gratuitamente, e soprattutto se si tratta di perdono, l’amore di Dio e la vita eterna! Vogliamo guadagnarcelo disperatamente. Siamo come Naaman, increduli che le nostre ricchezze (le qualità spirituali) e l’obbedienza non sono richieste per la nostra guarigione (Lannon, Life is Impossible, p.15).
La “Religione” ci ha convinto che la salvezza non può essere così facile!
Essendoci autoconvinti che la vita di rettitudine è il sentiero per l’amore di Dio, il fatto che l’amore di Dio ci è stato dato gratuitamente per mezzo di Cristo dovrebbe farci piangere lacrime di gioia, non di frustrazione (Lannon, Life Is Impossible, pp.15-16).
Cosa si può fare allora quando qualcuno sente il vangelo e reagisce come Naaman? Forse possiamo imparare una lezione dai tre servi della storia.
Il primo servo indica a Naaman l’uomo che può guarirlo (vv2-4).
Il secondo servo dice a Naaman cosa fare per essere salvato (v10)
E quando Naaman andò via arrabbiato, il terzo servo (o servi) cercò di persuaderlo a riconsiderare (v13).
Potremmo essere come quei servi. Possiamo indicare Gesù come loro Salvatore e spiegare che l’unica condizione per avere la vita eterna è credere in Lui, e se qualcuno trova troppo difficile credere che la vita eterna possa essere un dono, possiamo provare a persuaderlo dicendo, “Se Gesù ti avesse chiesto di fare qualcosa di grandioso, non l’avreste fatto? Quanto più allora, se Lui ti dice, “Chiunque crede in me ha la vita eterna”?
Di Shawn Lazar
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Shawn Lazar (BTh, McGill; MA, VU Amsterdam) era redattore della rivista Grace in Focus e direttore delle pubblicazioni per la Grace Evangelical Society. Lui e sua moglie Abby hanno tre figli. È autore di diversi libri tra cui: Beyond Doubt: How to Be Sure of Your Salvation (Oltre il dubbio: come essere sicuri della propria salvezza) e Chosen to Serve: Why Divine Election Is to Service, Not to Eternal Life (Scelti per Servire: perché l’elezione divina è per il servizio, non per la vita eterna)